IL COMMENTO TECNICO: JUVE IN GINOCCHIO, SALAH NELLA STORIA, VIOLA DA LEGGENDA

Firenzeviola.it ospita come sempre al termine di ogni partita giocata dalla Fiorentina il commento di Enzo Bucchioni, prestigiosa firma del QS e già nostro editorialista, per approfondire la prestazione della squadra di Montella
06.03.2015 00:00 di  Enzo Bucchioni   vedi letture
IL COMMENTO TECNICO: JUVE IN GINOCCHIO, SALAH NELLA STORIA, VIOLA DA LEGGENDA
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Una doppietta nello Juventus Stadium e Mohamed Salah è già nella storia viola, la Fiorentina nella leggenda. Non riusciamo a ricordare una vittoria come questa contro la Juventus , una partita dominata dalla squadra di Montella nel gioco e nella personalità, un controllo assoluto del campo, senza soluzioni di continuità, senza la minima sofferenza. Un grande gioco, un grande cuore, una grande squadra: è questa la sintesi di una notte da ricordare. L’ennesima notte. E’ la terza volta di fila che la Fiorentina si esalta in un entusiasmante crescendo di prestazioni e di risultati, dal Tottenham, all’Inter per finire alla Juventus, un triplete magico che racconta come questa squadra sia enormemente cresciuta, possa ormai affrontare qualsiasi avversario con la convinzione di poter vincere.

E’ un momento assolutamente magico, fantastico, per certi versi incredibile se pensiamo che stavolta in campo non c’era la Fiorentina Uno, ma neanche la Fiorentina Due, c’era la Fiorentina Tre, una squadra ancora rivoluzionata per le tante assenze, ma ancora magicamente perfetta.

Abbiamo voglia di riscrivere pari pari quello che abbiamo già scritto su questo gruppo perché non abbiamo più parole. Dopo la vittoria in nove a San Siro, ecco un’altra emozione infinita nello stadio dove ci sono appesi trenta scudetti che ti guardano dall’alto, eppure la Fiorentina li ha sfidati e li ha battuti. In questo nuovo stadio, nella casa della Juve, dove hanno vinto in pochissimi la soddisfazione è più grande.

Sono qui che scrivo mentre la squadra Viola esulta sotto il formaggino ospiti per salutare i duemila tifosi che piangono di gioia. Si sono sentiti più loro dei quarantamila bianconeri, questi ragazzi meritano una squadra così.

Scrivo con attorno il presidente Cognigni che avrebbe voglia di urlare la sua gioia, che avrebbe voglia di abbracciare il suo Salah, ma per un contegno istituzionale si limita a stringere i pugni. Parla il suo sorriso. Squilla il suo telefonino, è l’Italia viola che lo chiama. Lo esalta.

Cerchiamo di immaginare cosa starà facendo Andrea Della Valle, i suoi balletti, i suoi salti, le sue emozioni, ma forse sta facendo qualcosa che va oltre ogni nostra ipotesi. Vuole un trofeo, ma certe vittorie valgono un  trofeo. Questa partita sarà ricordata per sempre, vincere in casa della Rivale di Sempre con questa superiorità, con questa facilità è già roba da libri di storia vioa.

C’è anche il direttore generale Rogg che non si trattiene, esulta, forse approfitta del fatto di essere nuovo nel mondo del calcio e si lascia giustamente andare: l’emozione non ha voce, per lui ne ha tanta. Ora sa cosa vuol dire essere nella Fiorentina, emozioni sportive così sono difficili su altre piazze.

E’ stata la notte del gladiatori, oltre Salah, c’è il cuore di questa squadra che davvero si è messa in testa di vincere. Non si spiega altrimenti la metamorfosi di tanti giocatori, pensiamo a Ilicic, che ora sa anche lottare, menare, correre. Ma abbiamo visto degli autentici eroi come il convalescente Basanta, l’incredibile Badelj, quasi perfetto, il motorino Mati, Joaquin con le pile duracell, il duro Kurtic, il solito Gonzalo, ma abbiamo visto crescere Alonso e riscoperto il muro di Richards. Per non parlare di Neto, il promesso juventino, che ha sfoderato un paio di interventi e una freddezza incredibile: l’uomo di ghiaccio. Gomez si è dato da fare prima di alzare bandiera bianca.

Ma dietro a tutto c’è il lavoro di Montella che ha forgiato un gruppo, non una squadra, che gioca a memoria, che ha imparato a gestire la palla come a giocare un calcio più pratico, in contropiede. Anche con la Juve, senza le colonne Borja, Pizarro, Savic, Aquilani (entrato nel finale), e con il generoso Gomez infortunato nel secondo tempo, la Fiorentina ha dato lezione di calcio, tenendo palla e facendola girare quando era il caso, costringendo la Juve al torello, affondando in grande velocità dopo il recupero della palla, contrastando i bianconeri con una difesa attenta che si è fatta sorprendere solo dal colpo di testa di Llorente, per il resto quasi perfetta.

Anche Montella ha capito davvero che questo è il momento giusto per provare a vincere, questa è la sua squadra, lui è nel pieno della condizione mentale, sereno e ispirato nelle scelte e nella gestione del gruppo. Ha deciso di restare a Firenze, con l’entusiasmo di Della Valle si può davvero aprire un ciclo.

La Fiorentina ha giocato ancora con il 4-3-3 con i due esterni alti Salah e Joaquin a dar manforte in fase di non possesso. Non c’è stata una mossa in particolare, il dominio fisico e mentale della Fiorentina è stato totale. Il 3-5-2 della Juve non ha trovato sbocchi sulle fasce e al centro i centrocampisti della Fiorentina più reattivi, sono spesso arrivati prima sulla palla pronti a ripartire. Squadra corta, compatta, non ha mai lasciato spazio, ha attaccato e difeso con tutti i dieci giocatori: uno spettacolo. Anche quando Allegri ha messo Tevez e Morata, non hanno creato grandi problemi. Forse quello che mette in crisi gli avversari è proprio questa capacità dei viola di giocare in orizzontale o in verticale a seconda dei momenti e delle situazioni, riuscendo a ottenere imprevedibilità. In più c’è una maturità tattica e nella gestione della gara che fino a poche settimane fare era un limite della Fiorentina: ora è stato colmato.

Ma grande merito della trasformazione di questa squadra è dovuto a un uomo calcisticamente rivoluzionario e parliamo di Mohamed Salah. Anche qui vorremmo riscrivere quello che abbiamo già scritto, non abbiamo più parole.

Questo ragazzo ha qualità come la velocità, la forza, la potenza, lo scatto e l’intelligenza calcistica che è difficile vedere miscelate in un giocatore solo. Trattasi di potenziale campione, anzi di giocatore con le qualità del campione.

Andiamo con i piedi di piombo, ma chi lo chiamava il Messi d’Egitto ha visto bene. E’ lui, con le sue accelerazioni, i suoi scarti di direzione, la sua partecipazione al gioco, e l’abilità nel puntare la porta, che ha cambiato il gioco della Fiorentina. E’ lui che spezza le partite. E’ lui che ha portato l’entusiasmo e la consapevolezza che con un giocatore così tutti i traguardi sono possibili.

E la finale di coppa Italia ora è già a portata di mano. Due gol in trasferta in una confronto andata-ritorno sono come un grosso conto in banca. Sarebbe la seconda finale consecutiva, ma al ritorno manca un mese, adesso c’è solo da godere questa serata, questo risultato e questa Fiorentina, ma da oggi si ricomincia: c’è da battere la Lazio. Le grandi squadre non si fermano ai risultati parziali, alle vittorie di tappa, guardano più avanti e questa Fiorentina lo sa bene

Twitter @EnzoBucchioni