URAGANO SALAH: IL CALCIO ITALIANO È TRAVOLTO. L'EGIZIANO È IL TURBO DELLA FIORENTINA. LA SOCIETÀ È BLINDATA, FORTE DEL CONTRATTO: DISCUTERÀ IL RISCATTO NELLA PRIMAVERA 2016. A ROMA GILARDINO GUIDERÀ L'ATTACCO

07.03.2015 00:07 di  Mario Tenerani   vedi letture
URAGANO SALAH: IL CALCIO ITALIANO È TRAVOLTO. L'EGIZIANO È IL TURBO DELLA FIORENTINA. LA SOCIETÀ È BLINDATA, FORTE DEL CONTRATTO: DISCUTERÀ IL RISCATTO NELLA PRIMAVERA 2016. A ROMA GILARDINO GUIDERÀ L'ATTACCO
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© foto di Federico De Luca


E’ l’ultima frontiera del divertimento di addetti ai lavori e giornalisti italiani: scoprire Salah, partita dopo partita. C’è un passaparola che attraversa il pallone italico come una frustata: Salah è un fenomeno, ma dov’era prima? Al Chelsea, elementare Watson. 
Lo sanno tutti, ma nessuno sa perché avesse inanellato in 6 mesi solo 7 presenze complessive tra campionato e coppe. D’accordo, la batteria di attaccanti e trequartisti al servizio di sua maestà Mourinho è di qualità sopraffina, ma 7 presenze restano poco giustificabili. Si insinua il dubbio che Mourinho abbia sottovalutato il Messi d’Egitto puntando le sue fiches da 33 milioni sulla ruota di Cuadrado. Ha inserito una clausola di riscatto, è giusto, poco inferiore ai 20 milioni, ma continuando su questa strada nel giugno 2016 - quando scadrà l’accordo col Chelsea - saranno pochi rispetto agli effetti speciali di mago Salah. Può darsi che talvolta, diciamo molto di rado, sbaglino anche fuoriclasse come Mou. La stampa inglese ha già insinuato il dubbio…
Eh sì, continua la vulgata del pallone italico, la Fiorentina è stata fortunata a pescare un jolly così. Errore, Watson: di casuale c’è poco in questa storia. Intanto perché i dirigenti di Roma e Napoli avevano avuto la stessa idea, a dimostrazione del fatto che almeno qualcuno in Italia si era accorto di Salah. Ma la Fiorentina è stata molto più abile nel bruciare tutti, giocandosi in pieno un altro jolly - questo per davvero -: Cuadrado. La Fiorentina è stata bravissima nel catturare questo giocatore, così come non lo era stata quando aveva preso El Hamdaoui e Iakovenko. Ci sono operazioni sbagliate e altre corrette. Quella che ha portato Salah in viola è stato un colpo da 10 in pagella, in corsa per la lode. 
Ragionamento da fare per restituire meriti e non discorsi astratti a chi ha operato sul mercato di gennaio. 
L’egiziano è un talento puro per il quale non è possibile prevedere i margini di miglioramento perché potrebbero essere considerevoli. E’ un crack che ha travolto con la forza di un uragano il calcio italiano e che ha acceso la felicità dei fiorentini. Un incendio di entusiasmo con pochi precedenti, quantomeno nella suo sviluppo immediato. 
Tanti vorrebbero che la società viola salisse sul primo aereo per Londra per andare subito a riscattare il cartellino di questo campione con le stimmate del fuoriclasse. I dirigenti della Fiorentina sono di altro parere perché si sentono sereni: sono blindati da un contratto - da gennaio 2015 a giugno 2016 Salah sarà viola - che non potrà essere ritoccato. Ormai il Chelsea ha deciso la cifra: poco meno di 20 milioni. E allora, forti di questo accordo i manager viola affronteranno la questione nella primavera 2016, praticamente tra 13-14 mesi. Fino a quel momento si godranno le gesta del mago viola. 
Ora l’importante è proseguire la strada intrapresa nell’ultimo mese e mezzo: Roma, Tottenham, Inter e Juventus sono state stese come birilli. La Fiorentina ha mostrato personalità e un forte timbro di gioco. Ha assunto una consapevolezza dei propri mezzi inaspettata fino a poco tempo fa. I viola sono in corsa su tutti i fronti e rivedono la zona Champions come traguardo possibile. Ora di fronte si troveranno la squadra, insieme a Fiorentina e Torino, più in forma del campionato. La Lazio lunedì sarà un ostacolo duro da superare, ma i viola ci proveranno perché hanno capito che bisogna osare sempre e comunque.  Mancheranno Gomez e Babacar, a guidare l’attacco ci penserà Gilardino. Toccherà ad Alberto, fortemente voluto da Andrea Della Valle che aveva visto lungo (e non è la prima volta). Serve anche uno come il Gila. 
Ma con questa squadra tutto è possibile perché ha ragione Montella: il branco viola è coeso, forse come da una vita non si vedeva a Firenze. Non ci sono differenze tra titolari e riserve. Anche perché non ci sono più titolari e neppure riserve…