MARASCHI A FV, Firenze merita il terzo Scudetto
Il viaggio di Firenzeviola.it attraverso i ricordi di quella straordinaria impresa compiuta dalla Fiorentina nel 1969, con la conquista del secondo Scudetto, prosegue con uno dei maggiori protagonisti di quella cavalcata memorabile. Mario Maraschi, bomber principe di quella squadra, ci racconta cosa ha voluto dire vincere un tricolore con la maglia viola: "Ricordo un'emozione incredibile. Conquistare uno Scudetto a Firenze è qualcosa di speciale, soprattutto per quello che scatena nella gente"
Ricorda un aneddoto, un momento particolare di quella stagione?
"Nella mia mente è scolpito un ricordo che porterò sempre con me. Ad un certo punto della stagione le cose sembrarono precipitare, e sarebbe stato un vero peccato. In quel momento decisi di prendere in mano la situazione"
E?
"Riunii tutta la squadra, e parlai molto chiaramente con loro. La situazione era difficile, perchè l'allenatore aveva perso un po' il controllo del gruppo, e il clima non era dei migliori. Fu per quello che parlai a tutti, dicendo chiaramente che stavamo lottando per qualcosa di incredibile, che non si poteva buttare tutto a mare e che per inseguire questo sogno era necessario stringersi forte. Solo in quel modo potevamo vincere"
E il risultato fu eccezionale...
"Esatto. Da quel momento cambiammo marcia e non ci fermammo più. Giocavamo sempre meglio, le vittorie arrivavano e noi ci convincevamo sempre di più che il sogno poteva diventare realtà"
Oltre a questo, ricorda anche una svolta puramente tecnica? Un giocatore che fece fare il salto di qualità?
"Si. Luciano Chiarugi. All'inizio giocava e non giocava, spesso il mister lo lasciava in panchina. Quando ha iniziato a utilizzarlo con continuità tutto è cambiato. In meglio. Lui insieme a me si trovava alla grande, e i goal arrivavano a grappoli. Poi c'erano Amarildo e Merlo che da dietro si inserivano e spesso trovavano la rete. Insomma, giocavamo un gran calcio"
Sarebbe possibile ripetere adesso un'impresa del genere?
"Assolutamente si. La Fiorentina ha una proprietà molto forte che ha tutto per vincere e, soprattutto, penso che sia quello a cui anche i Della Valle mirano. Mi lasci fare un discorso su questa stagione..."
Prego.
"E' davvero un peccato vedere i viola fuori dall'Europa dopo le splendide nottate di Champions. Credo che quel furto del Bayern Monaco sia la chiave di tutto. Da quel momento la squadra, e lo stesso allenatore, hanno perso motivazioni e si è perso quel gioco spettacolare e vigoroso che ci aveva fatto sognare"
A proposito di gioco spettacolare. Voi eravate la Fiorentina Ye Ye, giovane e divertente. Lei pensa che sia riproponibile un progetto simile?
"Assolutamente si. Ovviamente ci vuole serietà e concretezza nel progetto. In questo senso i Della Valle, Corvino e Prandelli, se resterà, sono una garanzia. Certo che per vincere i giovani da soli non bastano"
E cosa serve?
"Le faccio l'esempio della nostra squadra. C'erano si giovani di grandissimo valore, ma poi gente come me, ad esempio, faceva da controllare a questi ragazzi. Ricordo che seguivamo i giovani non solo in allenamento o sul campo, ma anche nella vita privata, per fargli capire che per essere competitivi ai massimi livelli è necessario vivere da atleti"
Insomma, il classico mix tra giovani e giocatori d'esperienza...
"Esatto. Per vincere ci vogliono queste componenti, uniti ad una società seria"
Società che secondo lei, adesso, è pronta per vincere. O no?
"Credo di si. La forza economica c'è e poi io sono convinto che i Della Valle abbiano come obiettivo proprio quello di vincere il terzo scudetto. Anche perchè, me lo lasci dire, Firenze merita di correre per vincere trofei, non può accontentarsi"