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Il dualismo Parma: difesa di ferro e peggiore attacco della Serie A

di Alessandro Buffi

La Fiorentina deve proseguire la striscia positiva iniziata con l'Udinese e proverà a farlo questo sabato contro il Parma del giovanissimo Cuesta. Il tecnico proveniente dalla scuola Arteta fino a questo momento, come dichiarato anche da Lorenzo Minotti a Radio FirenzeViola, non ha mai avuto le soluzioni per proporre il suo gioco a causa degli infortuni dei suoi giocatori offensivi. Infatti dopo i ritorni di Ondrejka e Oristanio, il club parmense si è presentato con un 4-4-2 contro Lazio e Pisa. Un modulo che valorizza l'organizzazione difensiva, che si è dimostrata molto solida fin qui in Seria A, tanto che è la miglior difesa della colonna sinistra al pari della Cremonese, ma che non rende giustizia al reparto offensivo, il peggiore in Serie A con soli 10 reti messe a segno. 

La situazione non semplice del Parma è stata influenzata negativamente anche dall'infortunio di Suzuki contro il Milan, che lo terrà ai box per 3-4 mesi. A tal proposito la società è corsa ai ripari affidandosi agli svincolati, dove tra i nomi ha prevalso quello di Guaita. Il portiere spagnolo non è ancora riuscito a convincere il suo connazionale Cuesta, che dopo la partita di Coppa Italia contro il Bologna, persa per 2-1, ha sempre preferito l'inesperto Corvi. Il portiere italiano finora ha sempre regalato prestazioni affidabili, complice in questo anche la difesa compatta composta da Valeri, ottimo crossatore e recupera palloni, che ha messo a referto un solo assist durante questa stagione, ma che già dalla passata è sempre spiccato nelle statistiche offensive, da Britschgi, laterale destro classe 2006 acquistato in estate dal Lucerna, che grazie alle ottime prestazioni e ai due assist regalati alla squadra ha superato nelle gerarchie Lovik, il titolare designato alla prima di Serie A, da Valenti, mastino in difesa, che approfittando degli infortuni del disastroso Ndiaye e dell'italo-australiano Circati si è fatto spazio, e da Del Prato, il capitano e guida morale dell'intera squadra.

La manovra della rosa è coagulata nei tre di centrocampo. Qui si mette in mostra il miglior giocatore della rosa parmense, Adrian Bernabè. Il centrocampista cresciuto nella prolifica accademia del Manchester City è il metronomo tattico del Parma, è lui che detta i tempi di gioco della squadra. Lo spagnolo non si limita a questo, già in questa stagione ha messo più volte al servizio dei compagni le sue qualità balistiche: al 1' di Parma-Bologna e al 46' di Parma-Milan. Nella costruzione di gioco viene affiancato da Keità, il quarto acquisto più oneroso nella storia del Parma, dopo Stoichkov, Chiesa e Gilardino; ed Estevez. Due giocatori identici nell'interpretazione del gioco, che si dilettano molto nel lavoro sporco del centrocampo, recuperando decine di palloni a partita, fornendo una protezione solida alla difesa, ma non servendo gli attaccanti con palloni appetibili.

Proprio l'attacco è il reparto più bersagliato dalle critiche, perché guardando i giocatori, 10 reti sono troppo poche. Pellegrino è ovviamente il giocatore più abile sottoporta e di testa della squadra, che con i suoi 4 gol messi a segno ha regalato al Parma 7 dei 14 punti collezionati. Il tridente d'attacco, che inizialmente era un duo con Pellegrino al fianco di Cutrone, è formato dal bomber argentino, Benedyczak e uno tra Oristanio e Ondrejka. Entrambi sono giocatori di qualità, capaci di dribblare l'uomo e di essere assistman per la punta, ma con delle differenze di posizione: Oristanio è un esterno fisico e di posizione, mentre Ondrejka è più dinamico e libero di agire su tutto il fronte d'attacco.

Questa è la squadra che molto probabilmente si troverà davanti la Fiorentina di Paolo Vanoli, che dopo l'ottima prova contro l'Udinese, influenzata dal rosso di Okoye dopo 7', deve dare conferme alla sua tifoseria, ancora insoddisfatta, continuando a vincere. 


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