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JUVENTUS, La Signora è in mutande

di Redazione FV
Fonte: Il Tirreno

«Siamo tutti colpevoli», sentenzia Del Piero. «Il progetto continua», ribadisce Jean Claude Blanc, dopo la più pesante disfatta della storia bianconera in Europa. E’ lo slogan della nuova Juventus, rinata dalle ceneri di Calciopoli, che alla base della propria filosofia ha lo sviluppo sostenibile e l’autofinanziamento, concetti che però la sciagurata serata di martedì ha preso a picconate. Ma, mentre il capitano è impietoso nell’analisi («siamo tutti colpevoli allo stesso modo, nessuno escluso»), riesce sempre più difficile capire a quale progetto si riferisca Blanc.
La squadra non ha identità, ha fatto molto peggio dello scorso anno, ha buttato al vento milioni con scelte di mercato finora rivelatesi sbagliate, ne ha persi 5 (e potenzialmente più di 10) con l’eliminazione dalla Champions, ha giocato male la carta dell’allenatore, non ha gettato le basi per il futuro, a parte la costruzione dello stadio.
Crisi di identità. E’ difficile anche pensare a quali argomenti il presidente Blanc troverà quando sarà a rapporto dall’azionista di maggioranza, John Elkann, l’uomo che lo ha messo al comando della nave bianconera concedendogli fiducia illimitata. La squadra si stringe attorno a se stessa e cerca gli stimoli necessari per andare avanti in campionato, dove anche il terzo posto può diventare a rischio perchè la débacle ha portato vagonate di incertezze; e in Europa League, competizione pur sempre difficile, ma occasione ideale per vincere un trofeo che servirebbe come il pane.
A rapporto da Ciro. Ferrara ha confessato la squadra per quasi mezz’ora, ieri mattina, un rito che si è ripetuto già troppe volte: dopo Palermo, Napoli, Cagliari, Bordeaux, cioè le sconfitte più brucianti. E intanto l’infermeria continua a riempirsi a ritmo incessante e l’ultimo ospite, Sissoko, rappresenta un caso molto serio, visto che da quando è a Torino ha già subito tre infortuni muscolari e una frattura a un piede. E torna inquietante il riepilogo dei soldi spesi male nelle ultime tre campagne acquisti: 8 milioni Almiron, 10 Andrade, 13 Tiago, 10 Poulsen, oltre 3 Grosso. A questo punto risultano anche troppi, almeno alla luce dei risultati, quelli spesi per Diego, per Felipe Melo e soprattutto per Amauri, ormai trentenne e vittima di una crisi involutiva senza sbocchi.
I danni. E’ una delle tante contraddizioni in cui si dibatte affannosamente la Juventus, in attesa dell’arrivo di un uomo di calcio di grande spessore, che potrebbe effettivamente essere Lippi, a patto che non faccia solo il “tutor” dietro le quinte come molti affermano (o tramite Fabio Grosso, uno dei suoi pupilli). Serve una soluzione chiara e trasparente.
Intanto la Juventus conta i danni. Quelli diretti conseguenti all’eliminazione oscillano intorno ai 5 milioni, quelli potenziali e indotti sono più che altrettanti. Fino a quota 10 milioni l’impatto viene definito «grave, ma non destabilizzante», oltre spunterebbero preoccupazioni concrete di tenuta finanziaria. Resta che i ricavi da Champions League di quest’anno saranno i più bassi di sempre. Di pari passo con i risultati.