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MOLINARO, Stiamo crescendo. Serve migliorare...

di Redazione FV

Cristian Molinaro, difensore del Venezia, ha rilasciato un'intervista a TMW, nella quale ha parlato di se stesso, ma anche della squadra che lunedì dovrà affrontare la Fiorentina. Di seguito alcune sue dichiarazioni:

Il suo trasferimento al Venezia nel 2020 a 36 anni sembrava l’addio definitivo alla Serie A.
"Sicuramente, ho pensato che sarebbe stato difficile calcare di nuovo i campi della massima serie. A prescindere dall’età, la sensazione è la stessa che mi accompagna da sempre, ogniqualvolta metto piede sul rettangolo verde: un’emozione unica!".

Dopo la promozione il club ha deciso di offrirle un contratto triennale. Un caso indubbiamente più unico che raro: cosa significa per lei?
"Devo ringraziare Carmine, il mio manager, che con la sua consulenza strategica quotidiana, mi permette di raggiungere obiettivi difficili anche da immaginare. Ringrazio Il Venezia per l’atto di fiducia, che voglio ripagare sul campo. In futuro, di concerto con la società, si deciderà il da farsi. Un contratto lungo significa soddisfazione professionale e serenità familiare. Sai di avere la possibilità di fermarti nello stesso luogo per molto tempo e quindi poter coltivare amicizie e trovare stabilità didattica per i figli".

Nonostante le 38 primavere ben 6 giocatori le stanno davanti (Ibrahimovic, Reina, Quagliarella, Ribery, Pandev, Mirante). Cosa è cambiato?
"Nel calcio l’asticella dell’età si è alzata perché si sono evolute le metodologie di allenamento, si è sempre più controllati nell’alimentazione, viene curato l’aspetto psicologico e motivazionale. Certo, ci sono poi casi in cui si è “baciati” dalla Natura, che ti fornisce doti fisiche oltre la media, ma, fondamentale rimane comunque preservare il corpo. Per quanto mi riguarda, sin da ragazzino, ho dato importanza al riposo, all’alimentazione ed al lavoro sul campo. Ho affrontato la carriera, cercando di mettere sempre a “punto il motore”. Ciò mi ha consentito di arrivare a stare bene anche a questa età. È dopo i 30 anni che si vede quanto fieno hai messo in cascina!".

Il Venezia ha fatto un mercato dove ha attinto a tanti nuovi giocatori di diverse nazionalità. Questo non vi ha portato a qualche problema di comunicazione?
"Il club ha messo in atto un importante processo di internazionalizzazione. Sono a disposizione della rosa corsi di italiano e di inglese, differenziati a seconda del grado di conoscenza della lingua da studiare, proprio per sopperire ai problemi di comunicazione. L’intenzione della società è quella di superare il concetto di giocatori italiani e stranieri e di formare calciatori internazionali, a prescindere dalla nazionalità".

Che cosa può raccontarci di Zanetti, praticamente suo coetaneo, e crede che davvero lo aspetti un grande futuro?
"Con il mister scherziamo spesso sull’essere coetanei. Lui ha l’età per fare il calciatore e già allena in Serie A, io ho l’età per allenare e ancora gioco. È molto bravo a trasferire in maniera chiara le sue idee nel corso della settimana. Sa come tenere alta l’intensità degli allenamenti, trasmettendoci la sua carica, catalizzando l’attenzione di tutti. Ha le carte in regola per affermarsi ad alti livelli".

Cosa dobbiamo aspettarci dal Venezie e dove può migliorare?
"L’anno scorso, alla partenza del campionato, nell’ipotetica classifica finale, gli esperti ci davano in ultima posizione. Anche quest’anno proveremo a sovvertire i pronostici. La strada è lunga, ma stiamo crescendo. Dobbiamo migliorare nella gestione di determinati momenti della gara".