CESARE PRANDELLI, PER SEMPRE... "UNO DI NOI"
Fonte: La Signora in viola
"Credevo si fosse già dimenticato di noi, era passata più di mezzora della conferenza stampa di presentazione come nuovo CT e nemmeno una parola sulla Fiorentina, anche se sembrava parlasse ancora della nostra squadra: occorre determinazione, umiltà e voglia di far bene, serve programmazione, non si può chiedere di vincere subito, ho in testa un modulo, ma non è rigido e lo userò per valorizzare i calciatori, farò scelte meritocratiche e nel rispetto dei ruoli.
E’ anche vero che certe affermazioni si possono adattare a qualsiasi allenatore e a qualsiasi squadra, dalla promozione alla Nazionale ma sentire Prandelli che parla del suo lavoro che non riguarda più la Viola, fa ancora male.
Si avvertiva in tutti i giornalisti che lo intervistavano, rispetto e fiducia per la nuova esperienza azzurra affidatagli, come di contro era fuori posto (doveva essersi dimesso dopo la disfatta mondiale) il signor Abete che lo accompagnava. Stili e uomini completamente diversi. Ero contenta tutte le volte che ogni domanda finiva con gli auguri ed un in bocca al lupo per il nostro ex allenatore, ma sentivo una fitta allo stomaco quando parlava di Buffon e non di Frey, quando nominava Totti e non Jovetic, Balotelli e non Marchionni, il “genio e sregolatezza” di Cassano e non più di Mutu.
Mi piace credere che alcuni dei nostri calciatori continueranno ad allenarsi con lui in nazionale: Montolivo per confermarsi, Gilardino per ritrovarsi, Gamberini per provarci, D’Agostino... perché arrivato in viola dopo la sua partenza.
Considerato il momento apatico che circonda la Fiorentina, le scarse notizie di mercato e le poche novità, ci portano inevitabilmente a guardare ancora con interesse le sorti di Prandelli.
Sto ancora elaborato la separazione, ma mi rendo conto che è molto difficile tagliare questo cordone ombelicale.
Credo comunque che sia così anche per lui. Dopo aver ringraziato i Della Valle e i tifosi fiorentini, ha detto che Firenze sarà la sua città, Orzinuovi il suo paese natale ma la città del giglio il suo riferimento. Musica per le mie orecchie! Allora rimane comunque un po’ nostro! Misera consolazione? No, considerazione ricca di significati! Un bresciano che vuole diventare fiorentino, un ex juventino che ha per anni sposato la causa viola, una persona schiva e riservata che si lega indissolubilmente ai polemici e chiacchieroni “figli di Dante”. Sono convinta che per Prandelli tecnico dell’Italia, Firenze non è solo Coverciano e per Prandelli uomo è sicuramente ancora di più."
La Signora in viola