ORA O MAI PIÙ
"Sono sicura che lo abbiamo fatto tutti. Tutti abbiamo calcolato come fare per raggiungerlo, quanto si avvicinerà o allontanerà da noi, quale mezzo useremo “per andare a vedere la partita di pallone” nel nuovo, possibile, sperabile stadio della Fiorentina.
Non voglio addentrarmi in problemi politici ed amministrativi, per i quali non capisco come mai nessuno aveva pensato prima all’area Mercafir, ma credo sia solo per i volumi “eccessivi” richiesti dai DV, visto che questa prevede “solo” 32 ettari invece di 80.
I tempi chissà quali saranno, le modalità lo stesso e di certezze nemmeno a parlarne ma sono convinta che questa fase è quella del “ora o mai più”. I DV devono venire allo scoperto e farci capire se il loro impegno è valutabile in ettari, se siamo ancora alle parole e non ai fatti. Ma mentre si progetta il futuro, mi viene già il magone all’idea di lasciare il Franchi.
Sarà vecchio, poco agevole, scoperto e scassato, ma molti di noi sono cresciuti sui suoi gradoni, prima che ci collocassero i seggiolini.
La mia vita allo stadio, all’ora Comunale, nasce in Curva Fiesole, una curva che i ragazzi di oggi devono cercare su Youtube per vederla: tanti fumogeni colorati all’inizio della partita (mi manca il respiro al solo ricordo!), bandiere, tamburi, fiaschi di vino, qualche fuga verso la Ferrovia per “salutare” gli avversari. Niente tecnologia o telefonini per riprendere le gesta, ma avvenimenti rimasti nei cuori di tutti i tifosi veri. Sono passata nel “curvino” (adesso unito al resto della curva) zona più tranquilla, ma non meno calorosa, che ci costringeva comunque ad arrivare allo stadio molto presto e ad ingannare il tempo con tornei di carte e panini. Come per tanti, le amicizie nate sugli spalti, si mantengono tutt’oggi, accomunate dalla fede viola che ci fa sentire “fratelli” sempre e comunque.
Ricordo con emozione le coreografie storiche che sono state “dipinte” in curva, cosa ormai improponibile per tutti i divieti imposti “in nome della legge”. Crescendo (sigh!) sono passata in Maratona, altro settore ma stesso amore anche se meno rumoroso. Ho costituito un piccolo “condominio viola” di amici, che da anni occupano gli stessi posti. Alcuni hanno mollato, ma lo zoccolo duro è sempre lì a sostenere la Fiorentina. All’inizio di ogni campionato mi viene rinfacciato (sono considerata il capo condominio) che non riesco a far coprire e sistemare lo stadio: “anche quest’anno tu ci fai pigliare l’acqua”, ma ora posso rassicurarli.
Non vorrà mica ringambarsi la famiglia DV? Non ci deluderanno mica un’altra volta? Adesso vedremo di che panni sono vestiti (belli e alla moda, sicuramente) e forse anche qualche nostro sogno potrà finalmente avverarsi.
Forse non ci sarà più nessuno di questi calciatori quando inaugureremo il nuovo stadio, speriamo nemmeno l’allenatore, ma noi ci saremo, spostando dal campo di Marte a Novoli le nostre emozioni, lasciando una lacrima per quello che è stato e facendone scorrere un’altra per l’opera finalmente realizzata."
La Signora in viola