UNA BARBARA PER LA "VIOLA"
Quando ho sentito e letto quello che ha fatto, ho pensato che anche a Firenze avremmo bisogno di una Barbara, di un personaggio che sappia mettere a disposizione della società competenza, passione, orgoglio e, nel caso specifico, anche il fatto di essere la figlia di “quel” padre che risponde al nome di Berlusconi.
Ma non ha fatto le ripicche o messo il broncio della ragazzina viziata ma ha valutato, con tanto di relazione scritta, il danno che avrebbe provocato al Milan la cessione di Thiago Silva anche se per la bella cifra di 46 milioni. I tifosi si sarebbero arrabbiati e minacciavano di non rinnovare gli abbonamenti, la cessione avrebbe avallato un piano di ridimensionamento tanto da allontanare sponsor e operazioni di marketing e quindi meglio desistere. E così è stato! Brava nel far cambiare idea a chi voleva monetizzare con questa vendita eccellente e a dar voce, e che voce, ai tifosi.
Pensare che anche noi avremmo la nostra Barbara, perché la moglie di Diego Della Valle si chiama proprio così, ma si interessa di cose più importanti del calcio e credo proprio che il nostro Patron per eccellenza, accetti pochi consigli per quel che riguarda la Fiorentina.
I figli poi sono tutti maschi, sia in casa di Diego che di Andrea, e non possiamo pertanto sperare nella debolezza dei papà verso i desideri e le voglie delle femminucce di casa, ammesso che qualcuno in quella famiglia si ricordi della Viola.
In casa Milan, come anche alla Juventus, i giovani rampolli entrano a far parte della squadra di casa, se ne occupano in prima persona, mentre qui diamo per dispersi gli stessi fratelli Tod’s e gli ennesimi buoni propositi sbandierati soprattutto da ADV.
Le considerazioni di Barbara Berlusconi riassumono quello che tutti noi tifosi viola sosteniamo da due anni: se i calciatori importanti della squadra vengono venduti, o svenduti o persi a parametro zero, se gli investimenti non sono mirati, se l’immagine che dai è quella della dismissione, come cavolo pensi di portare la gente allo stadio?
Queste considerazioni continuano ad essere purtroppo ancora attuali, ma speriamo che il nuovo trittico Pradè-Macia-Montella ci sappia stupire con effetti speciali.
Così come ieri ci ha stupito l’Italia di Prandelli, che tutti davano già con le valigie in mano per il rientro in patria e che invece ha passato il turno degli Europei.
La mia “non passione” azzurra è stemperata da quando c’è Cesare come allenatore e mi dispiacevano anche tutti i mugugni sulle sue scelte tecniche ma, anche in questo caso, lui ha vinto. L’attacco era il problema della Nazionale, ma gli hanno concesso di procedere il cammino proprio gli uomini sui quali il CT aveva puntato dall’inizio e cioè Cassano e Balotelli. Fare le corna (scaramanticamente), gesto colorito e più consono a Trapattoni che a lui, gli ha portato bene veramente.
La Signora in viola