BARAK A RFV: "RIPENSO MOLTO AGLI ANNI IN VIOLA. NON HO RIMPIANTI, MA VOLEVO RIMANERE. GLI OBIETTIVI..."
Il giorno dopo Apoel Nicosia-Fiorentina, per parlare di Conference League ma anche in avvicinamento alla gara col Verona, Radio FirenzeViola ha chiamato in causa chi i colori viola li ha vestiti recentemente, lasciando il segno nel cuore dei tifosi. Antonin Barak oggi gioca al Kasimpasa ma non ha mai dimenticato Firenze, gli ex compagni e l'intero mondo Fiorentina. "Finalmente posso dire che mi sono adattato a tutto - esordisce parlando dell'attuale periodo in Turchia -, c'erano tante dinamiche ma la cosa fondamentale è che la famiglia mi ha raggiunto e ora siamo tutti insieme, così posso concentrarmi totalmente sul campo".
Kasimpasa dove condivide lo spogliatoio, come a Firenze, con Brekalo.
"Il nostro rapporto è bello, ci conosciamo dai tempi di Firenze e arrivare insieme qua è stato importante. I miei obiettivi con la squadra sono chiudere tra i primi cinque in campionato, ci serve più continuità con i risultati. Mentre personalmente voglio fare un grande campionato e con la nazionale, da marzo, voglio fare al meglio possibile per le qualificazioni al Mondiale".
Che esperienza è stata quella alla Fiorentina?
"Ho solo bei ricordi di Firenze. Sto pensando davvero tanto alle ultime due stagioni, anche per come sono andate. Mi spiace davvero non aver vinto un trofeo insieme, era l'obiettivo non solo mio, ma di tutto. Ci è mancato, ma a Firenze sono stato sempre bene, sia calcisticamente che fuori dal campo. Ero sempre sereno e contento, non posso dire niente contro la Fiorentina o Firenze perché mi hanno trattato veramente bene. Posso solo dire che mi dispiace davvero tanto aver perso quelle tre finali".
E ha qualche rimpianto legato a Firenze? Per esempio nell'estate 2023 ebbe tanti intoppi durante la preparazione.
"Non ho rimpianti. C'è poco da fare purtroppo, non ho potuto fare la preparazione e sono rientrato solo ai primi di ottobre, mi mancava la condizione e facevo fatica a recuperare. Anche perché con la Conference che ci faceva giocare ogni tre giorni facevo ancora più fatica, tra partite e viaggi. Ho cominciato a sentirmi bene da marzo, poi siamo riusciti ad arrivare in fondo in Conference e ripeto, davvero peccato per la finale con l'Olympiacos. Come per la finale con l'Inter in Coppa Italia o col West Ham l'anno prima. Ma rimpianti non ne ho, non va sempre come vuoi tu. Devi lavorare, dimostrare il meglio e io ci ho sempre lavorato".
Indimenticabile tra i tifosi viola è l'immagine del suo gol a Basilea.
"È stato un momento tanto bello e particolare. Ci fu tanta gioia in città, mi sentivo pieno di emozioni. La Fiorentina tornava dopo tanti anni a giocare una finale europea, era il nostro obiettivo fin dall'inizio. Tant'è che quando mi presero, la prima cosa che mi dissero Joe Barone e Daniele Pradè era che mi avevano comprato per arrivare in fondo a questa competizione. Sapevo che la Fiorentina non faceva una finale europea da anni e avevo dentro di me tutti questi ricordi, portare la squadra in finale è stata una grandissima emozione per me. Ero parte di un gruppo che aveva raggiunto un traguardo, non è poco".
Che rapporto ha con gli ex compagni di Firenze?
"Ho un buonissimo rapporto con tante persone dello staff di Italiano e con tanti ex compagni. Ho anche ottimi rapporti con la società che porterò in futuro sempre con me, potevo lavorare con persone che mi volevano bene, mi apprezzavano. Era bellissimo, poi quest'estate sapevamo già che Italiano sarebbe andato via e che sarebbe arrivato Palladino. Con lui mi sono sentito prima, durante e dopo l'Europeo, ho vissuto quest'estate come un grande cambiamento. E non me lo aspettavo. Ma con tutti i ragazzi che sono andati via da Firenze ho un ottimo rapporto, li seguo e gli auguro il meglio".
Parlava di Palladino. Com'è stato il rapporto col nuovo allenatore?
"È stato ottimo da quando è arrivato. C'è stato un buon feeling, rispetto ogni allenatore e voglio che ogni allenatore mi rispetti come giocatore e come persona. Mi sono sempre comportato al meglio, all'inizio puntavano molto sulla mia permanenza e anche io non ho mai parlato col mio procuratore o fatto pressione per trovare un'altra soluzione, sapevo di essere sotto contratto con la Fiorentina e volevo rimanere. Poi c'è stata questa soluzione, e ho preso questa strada perché sentivo che non avrei avuto lo spazio che cercavo. Volevo giocare, purtroppo è successo tutto all'ultimo secondo. Ma sono contento della stagione che sta portando avanti la Fiorentina, mi auguro faccia una grande annata come anche io voglio fare qui in Turchia, sono due obiettivi. Anche perché sono ancora sotto contratto con i viola e faccio il tifo per loro".
C'è qualche singolo di questa rosa che vuole sottolineare?
"Comuzzo non lo vedo come un emergente, aveva già dimostrato in ogni allenamento con me il suo valore. Quando ero a Firenze, la rosa era sempre di 25 calciatori validi e potevano giocare tutti, non c'era molta differenza. Era sempre un gruppo molto competitivo e quasi tutti ragazzi di altissima qualità, per me vedere questo rendimento della Fiorentina non è una sorpresa, era solo questione di tempo. Sta trovando continuità, poi in Serie A basta fare due sconfitte per calare in classifica, voglio vedere se tiene la continuità avuta ad ottobre. Ma spero resti su questo ritmo e in questa posizione in classifica, perché nell'ambiente tutti si meritano questi risultati. So come lavorano e ne sono davvero felice.
E non dico che sia un rimpianto, ma se c'è una cosa che mi dispiace è che è arrivato solo ora questo modulo di gioco. Giocare 4-2-3-1 è molto bello, mi piace tantissimo e questo è stato il cambiamento più importante per la squadra, perché gioca molto meglio in entrambe le fasi, prima non c'erano problemi di giocatori, era solo una questione tecnica di gioco, il mister doveva mettere a posto le cose. Ora la squadra va meglio perché sfrutta di più le caratteristiche dei suoi calciatori".
Di Kean invece che ne pensa? Anche lui ha giocato a Verona e a Firenze.
"Da quando è arrivato mi sono trovato benissimo, è un bravissimo ragazzo anche fuori dal campo. Non mi aspettavo che andasse così bene ma sono contento per lui, perché dimostrava ad ogni allenamento le sue qualità fisiche e tecniche. E ha sentito subito la fiducia di tutti, che lo ha aiutato tantissimo. La stessa cosa vale per Colpani: è un giocatore di qualità, può creare ma anche aiutare la squadra, lotta e corre. Fa il suo in entrambe le fasi, anche per questo il mister e lo staff l’hanno portato a Firenze. Ancora gli manca qualche gol ma sta lavorando bene, non importa quante reti fai perché se i risultati vanno bene significa che stai facendo un ottimo lavoro per la squadra”.
Poi c'è stato il colpo Gudmundsson.
"Albert lo conosco poco, quando ero a Firenze era infortunato. Ma l’ho visto al Genoa e si vedeva tanta qualità, una tecnica e una visione di gioco importante. Sa segnare e ha personalità. De Gea? Sono stato poco con lui ma si è creata una bella amicizia, è un ragazzo top. Delle qualità del giocatore non dobbiamo neanche parlare, non c’è niente da aggiungere a ciò che ha fatto in carriera, sta solo dimostrando ciò che già sapevamo".
E Gosens?
"Con Robin sono stato una sola settimana, ma l’ho conosciuto anche da avversario all’Atalanta o all’Inter, è un ragazzo di tanta quantità e forza fisica. Dà gol e assist, la squadra lo sente, contribuisce nello spirito, nel non mollare mai”.
Infine Dodo, anch'esso protagonista dell'ultimo periodo. Era stato anche preconvocato dal Brasile.
“Se sei preconvocato col Brasile significa che sei fortissimo. È una nazionale con troppi top player, è difficile entrarci. Ma Dodo se lo merita, già con questa pre convocazione. L’anno scorso ebbe il problema al ginocchio da cui recuperò anche velocemente, ora sta ripagando la fiducia che c’è nei suoi confronti. Gioca con serenità, le sue doti però le aveva già dimostrate il primo anno in cui c’ero io. Fece una stagione veramente di alto livello e ora sta solo continuando, si vede che finalmente si è ripreso dall’infortunio”.
In conclusione, che traguardi può inseguire questa rosa?
"L’obiettivo dei viola dev’essere sempre alto, deve puntare sempre per le coppe europee. Per me, la Fiorentina deve sempre mirare alla Champions o almeno all’Europa League, a cui deve qualificarsi quest’anno. In Conference invece è difficile esprimersi, è un torneo, puoi fare benissimo ma magari ti capita una serata storta o trovi un avversario che vola, e ti butta fuori. Non so dire un obiettivo in questo caso, serve anche tanta fortuna e qualche prestazione del singolo che non ti aspetti. La Fiorentina può vincere la Conference ma può anche uscire agli ottavi, perché può succedere di tutto”.