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CERCASI VIKINGO - EMPOLI E CONFERENCE, DOPPIA (ULTIMA?) CHIAMATA PER BELTRAN

di Alessandro Di Nardo

Il contatore in campionato è fermo al 18 febbraio 2024. Dall'ultima visita al Castellani: diagonale in buca d'angolo e sesto e ultimo centro in Serie A. Sono passati più di sei mesi. Nel mezzo, tutto l'entusiasmo attorno (e di) Lucas Beltran sembra svanito: portato via da un'estate in cui l'argentino è stato lontano da Firenze, coinvolto in una spedizione olimpica fallimentare con l'Albiceleste, e da un avvio di stagione da comparsa. 114' in sette partite, due panchine consecutive contro Atalanta e Lazio, due domeniche in cui ha assistito dalla panchina al sorpasso nelle gerarchie di Sottil, Ikone e Kouame (non certo rivali da Space Jam). 

Il Vikingo sembra aver perso l'elmo, o forse non sembra averlo mai avuto: l'idea che Firenze e il popolo viola aveva di Beltran si è definitivamente scollata dalla realtà. Arrivato come 'puntero', con il pedigree firmato River Plate e la nove sulle spalle, tredici mesi dopo il classe 2001 non ha legittimità nel ruolo di prima punta in un contesto, quello ultra-atletico del campionato italiano, in cui evapora spesso e volentieri. Anche sulla trequarti non si è trovato alla grande, troppo poco centrocampista e troppo poco attaccante allo stesso tempo. Palladino sta faticando a trovarne una collocazione tattica: ci riproverà in questa settimana, in visto della partita di Empoli in cui qualcosa davanti cambierà.

Si riparte da Kean e Gudmundsson, probabilmente da Colpani, ma il Vikingo spera di ritagliarsi almeno uno spezzone di gara. E poi ci sarà il palcoscenico della Conference: giovedì 3 ottobre, contro i New Saints, non certo il palco di Broadway, ma una sfida che servirà soprattutto per i tanti calciatori ai margini. In questi dieci giorni Beltran dovrà dare un impulso, giustificarne l'impiego nel futuro a breve termine di una Fiorentina che nell'estate 2023 lo ha pagato quasi 20 milioni e un'estate dopo (lo ha fatto intuire Pradè in conferenza) ha tentennato di fronte a un'offerta arrivata per il calciatore. Per non far diventare quel 'no' estivo un rimpianto, serve una risposta, dal campo.