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DA UN SOPRANNOME ALL'ALTRO: PALLADINO E IL SOGNO DI ESSERE DAVVERO L'«AMMAZZAGRANDI»

di Andrea Giannattasio

Di appellativi, fin qui, gliene sono stati dati già tanti, alcuni dei quali davvero molto curiosi (ma tutti meritati): alchimista, aggiustatutto, trasformista… ma mai - ancora - quello che per un allenatore giovane e rampante come Raffaele Palladino è forse la medaglia al petto più ambita, ovvero il soprannome di “ammazzagrandi”. Un titolo che, per la verità, il tecnico della Fiorentina potrebbe già in parte vantare anche se punta ad aggiudicarselo in modo completo proprio domenica sera al termine della sfida contro la Roma, l’unica big che da quando il mister di Mugnano ha debuttato in Serie A sulla panchina del Monza - peraltro battendo all’esordio 1-0 la Juventus… - non è ancora riuscito a sconfiggere.

DOPPIO IMPERATIVO. Ed è forse questa la missione che Palladino si è prefissato in vista dello scontro diretto di domani al Franchi contro la formazione di Juric: ovvero quello di ottenere altri tre punti di prestigio e centrare così la terza vittoria di fila al cospetto di una delle storiche sette sorelle del massimo campionato italiano dopo quelle ottenute di recente su Lazio e Milan (nel novero non è inclusa ovviamente l’Atalanta, salita alla ribalta solo recentemente, ma il Napoli che ha preso il posto del Parma nell’elenco delle storiche big italiane). Un imperativo da centrare tanto per se stesso quanto per le velleità della stagione della Fiorentina.

CHE BILANCIO. Di fatto, analizzando i numeri, si nota come Palladino - a dispetto della sua giovane carriera - in appena 78 gare di Serie A abbia già sconfitto ben sei delle sette squadre storicamente al vertice del massimo campionato: Juventus (due volte), Inter, Fiorentina, Napoli, Milan (due volte) e Lazio, con un bilancio di 17 gol fatti e appena 6 subiti. All’appello dunque manca solo la Roma, con la quale l’allenatore viola ha accumulato un bilancio non troppo lusinghiero nel suo biennio a Monza: appena un pareggio e due ko. Logico dunque che la sfida di domani, oltre che per migliorare ancor di più la classifica e dare un forte segnale a tutto il campionato, potrebbe essere la prima chiusura del cerchio per l’allenatore, che non vede l’ora di guadagnarsi anche il soprannome di “ammazzagrandi”.