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NEMO PROFETA VS PREDESTINATO, DOMANI I PUNTI PESANO

di Luciana Magistrato

Nemo profeta in patria, si dice. E Marco Baroni a Firenze, dove è nato e vive ed ha giocato, da allenatore profeta in patria non è mai arrivato nonostante le rincorse e le voci, comprese quelle di quest'estate quando la Fiorentina doveva voltare pagina dopo le tre stagioni con Vincenzo Italiano. La scelta è caduta sulla gioventù e una più teorica ambizione a scalare le piazze importanti e fare carriera, quella di Raffaele Palladino appunto. Baroni alla Fiorentina come detto non è stato mai chiamato e da avversario l'ha affrontata con risultati opposti, a Benevento fu esonerato dopo una sconfitta in casa patita dai viola, nel 2019 la soddisfazione, con il Frosinone, di violare il Franchi. Domani ci arriva con la Lazio, da tecnico maturo che si è rilanciato con Lecce e Verona e che in questa stagione ha la possibilità di lottare finalmente per qualcosa di più importante di una salvezza e di giocare in Europa. Una soddisfazione tornare a Firenze stavolta con i crediti maggiori. Perché la sua Lazio è partita bene e piace ed è lui, dunque ben saldo sulla panchina, che questa volta  potrebbe decidere le sorti del suo più giovane collega.

Palladino è arrivato alla Fiorentina forte di una stagione e mezza ben giocata al Monza, un curriculum da predestinato certificato da Adriano Galliani ma che a Firenze vale poco se non riuscirà ad invertire il trend in poco tempo. Le prime quattro partite (sei con i playoff, comunque superati ai rigori) non hanno regalato ancora i tre punti che insieme all'ultimo scorcio di stagione con il Monza, mettono di fronte ad una striscia senza vittorie che dura dal 18 marzo, contro il Cagliari. Domani dunque va a caccia del primo successo dopo tanti mesi e soprattutto che spazzi via le critiche e un certo scetticismo che inizia ad aleggiare sulla scelta della Fiorentina per la sua panchina. Nubi da spazzare via perché se il maggior accreditato alla sostituzione, Ivan Juric, si è accasato alla Roma, proprio quella scelta dimostra come sempre più società scelgono la concretezza, quella che ora si chiede a Palladino. Anche perché dietro nuovi voci e nuovi nomi (vedi Sarri) già si susseguono.