.

IL TERZO INTERPRETE

di Tommaso Loreto

Da tre a quattro prima, da due a tre poi. Il dibattito (tattico) in casa viola sembra avere riferimenti persino matematici ma in realtà è solo perché negli ultimi tempi, e nelle ultime partite, i conti sembrano non tornare. Niente che anticipi una crisi, e ci mancherebbe altro vista la posizione attuale di classifica, ma certamente segnali che sembrano suggerire cambiamenti da apportare per non peggiore il recentissimo trend.

In principio fu la difesa - D’altronde nella rilettura di questa primissima parte di esperienza in viola di Palladino non possono mancare le risposte positive arrivate dopo il famoso intervallo della sfida con la Lazio. Fu un quella circostanza, con la squadra sotto in gol, che il cambio di modulo da porte del tecnico portò a immediati benefici poi concretizzati dai due rigori calciati da Gudmundsson. E fu probabilmente in quel momento che maturò la convinzione collettiva del gruppo che con la difesa a quattro sarebbe stato più semplice stare in campo e soprattutto proteggere De Gea.

Un aiuto per Adli e Cataldi - Così non c’è da stupirsi troppo se dopo il k.o. interno con l’Udinese, seguito a quello di Bologna e al pari non proprio esaltante di Guimaraes, la diatriba si sia spostata in mezzo al campo, dove per inciso Adli e Cataldi sono parsi fin troppo spremuti. In particolare è stato con l’Udinese che il binomio mediano ha pagato dazio alla maggior fisicità degli avversari, tanto da incoraggiare ancora di più un cambio che possa regalare ossigeno a entrambi gli interpreti.

Dagli interpreti al sistema di gioco - Insomma senza troppi giri di parole a 48 ore dalla sfida con la Juve, cui seguirà un altro difficile impegno come quello contro il Napoli, la sensazione che il centrocampo viola abbia bisogno di un terzo protagonista si è fatta concreta, tanto più alla luce di un’assenza pesante come quella di Bove. Sotto questo profilo tra Mandragora e Richardson è soprattutto il primo il più gettonato, ma più in generale pare essere arrivato il momento per il tecnico di un nuovo cambio di strategia dopo quello difensivo. Una modifica al sistema di gioco nel quale inizialmente il tecnico aveva pensato di far rotare vari singoli (da Beltran a Sottil senza che nessuno dei due riuscisse a dar man forte ai due mediani) e che adesso viene invocata da più parti. Tanto più a ridosso di una trasferta insidiosa come si preannuncia quella dello Stadium di domenica.