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INIZIO SUPER PER COMUZZO: SICURI CHE SIA SOLO UNA "RISERVA"?

di Niccolò Righi

Nel mare di errori e dubbi fin qui lasciati in queste prime sette partite dalla fase difensiva della Fiorentina ad emergere in punta di piedi è stato Pietro Comuzzo. Se nella scorsa stagione già Vincenzo Italiano ne aveva individuato il potenziale, aggregandolo fin da subito alla prima squadra e ponendo un veto su una sua eventuale cessione in prestito, quest’anno Palladino - un po’ anche per necessità, vista la numerosità ridotta del reparto - ne sta facendo un giocatore di rotazione di assoluta affidabilità. Qualche errore di gioventù mischiato a tanta personalità e applicazione, per un difensore che non ha ancora venti anni. “È alla quarta partita da titolare ma diventerà un giocatore importante”, ha detto ieri Daniele Pradè nel post partita di Fiorentina-Lazio. Un attestato di stima importante, che cancella immediatamente l’errore in fase di marcatura su Gila che ha portato al vantaggio biancoceleste. 

I NUMERI - Quattro presenze da titolare su sette partite e già 364 minuti disputati sui 630 avuti a disposizione dai gigliati. Numeri che lo mettono alle spalle soltanto di Biraghi e Ranieri per quanto riguarda la continuità e che certificano il fatto che ormai Comuzzo è considerato a tutti gli effetti un prezioso elemento della rosa, e non soltanto una giovane pianticella da far crescere con cura facendogli guardare i compagni in campo. 

UN FUTURO IN MAGLIA VIOLA - Mettere minuti ed esperienza sulle gambe per diventare il titolare inamovibile del futuro. Questa l’idea di società e giocatore, che non a caso hanno già rinnovato l’accordo fino al 2028. “Il rinnovo con la Fiorentina per me significa tanto: sono sei anni ormai che sono qui e per me è un onore e un privilegio aver prolungato il mio accordo con questa società. Ringrazio tutti i direttori ma anche la mia famiglia. È un traguardo per me questa firma ma è anche un inizio per una carriera si spera ancora migliore” - ha detto il giovane difensore centrale al momento della firma, per poi ammettere di aver individuato in Palladino un vero e proprio mentore - “Il mister mi ha chiamato a inizio stagione e mi ha detto che mi ha sempre visto bene e che credeva in me: io ho subito cercato di allenarmi al meglio. In campo mi chiede cose semplici, a me non piace sperimentare troppo”.