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LA "RINASCITA" DI ADLI. IL REGISTA SI È PRESO LA VIOLA E PUNTA AL RISCATTO

di Niccolò Righi

Palla sull'out di sinistra, giravolta per mandare a vuoto Pulisic, uno sguardo a Maignan e il tiro, potente e preciso, che sbatte sul palo e gonfia la rete. Tripudio di tutto lo stadio. Abbraccio dei compagni. La rete - la prima in campionato con la maglia viola e la seconda, in generale, da quando è sbarcato in Serie A - con cui Yacine Adli ha sbloccato il match domenica sera al Franchi probabilmente se la ricorderà per molto tempo. Il più classico dei gol dell'ex che le trame del calcio, spesso tanto brutali quanto prevedibili, sanno regalare. "Il calcio segue ragioni che la ragione non conosce", direbbe qualcuno, e chissà che non l'abbia pensato anche lo stesso Adli, quasi disorientato e con gli occhi lucidi quando tutto lo stadio gridava il suo nome. Come nel classico Disney in cui la volpe e il cane, pur crescendo insieme, ad un certo punto sono costretti a diventare nemici perché la loro natura gli impone questo. Era destino che a "matare" un Milan ferito e nervoso fosse proprio il regista francoalgerino, il quale, nonostante tutto, non nutre alcun senso di rivalsa per quelli che ha sempre considerato amici fraterni. “Per me oggi era una partita particolare. Ho dato tanto amore a questo club, quindi per me era speciale", ha detto ai microfoni di Dazn, aggiungendo: "Non ho voluto esultare per l’amore di cui parlavo, ma anche per il rispetto che ho per loro. Come mi hanno trattato durante durante questi due anni, per i fratelli che ho là e i tifosi che mi hanno sempre voluto bene, è solo rispetto che do indietro, ma sono felice di aver segnato”.

Qualità per Palladino - Nelle ultime due vittorie raccolte dalla Fiorentina, contro The New Saints e Milan, c'è tanto merito in Adli, non soltanto per i due gol segnati, ma soprattutto per la qualità messa a disposizione a Raffaele Palladino, il quale sembrava aver bisogno come il pane delle verticalizzazioni del suo centrocampista. Non è un caso, probabilmente, che con l'ingresso del regista siano migliorate anche le prestazioni di Bove, di Cataldi e, più in generale, di tutta la squadra. Adesso il tecnico viola, che tanto lo ha voluto questa estate, se lo gode, mentre Fonseca e il Milan, che forse se lo sono lasciati scappare con troppa sufficienza - vista anche la penuria di uomini nel reparto -, sono ripiombati nelle incertezze e nelle sinistre ombre di esonero che si respiravano prima della vittoria del derby. Tra l'altro, se alla fine il Milan decidesse di esonerare Fonseca, sarebbe già la seconda volta che un gol di Adli condanna un tecnico portoghese, visto che il primo gol segnato in Serie A in Milan-Roma costò la panchina a Mourinho. 

Il riscatto in ballo - Con un Adli sempre più focale nel gioco della Fiorentina, chissà se il direttore sportivo viola Daniele Pradè stia già pensando ad un possibile riscatto del ragazzo. L'obiettivo del classe 2000 è proprio quello di convincere la dirigenza viola a spendere altri 10,5 milioni di euro di diritto di riscatto, oltre al milione e mezzo già versato nelle classe rossonere. Certo, tirare le somme già ora è prematuro, ma Palladino lo considera già un leader della propria squadra e anche Adli pronto a "rinascere" sotto l'ombra del Duomo.