MATI NON AVER PAURA DI CAUSARE UN CALCIO DI RIGORE: LA PROVA DI MORENO SEGNALE PER PALLADINO
Quanto pesa un errore madornale all'interno di sessanta minuti di ottimo livello? A giudicare dai voti fioccati sui quotidiani all'indomani di Fiorentina-Napoli, parecchio. Forse troppo, se il soggetto in questione è al debutto in Serie A. Trattasi di Matias Moreno, 21 anni, da La Docta (Argentina), fino a un paio di giorni fa 265 minuti in viola, distribuiti soltanto in cinque partite di Conference League. Facile adesso affermare che la mossa di Palladino, che dal cilindro ha tirato fuori l'ex Belgrano, non abbia pagato. Di Mati Moreno si ricorderà soltato un'azione, quell'harakiri compiuto al minuto 54', quando il classe 2003 ha spento la connessione gamba-testa, perdendo palla in area di rigore per un tentativo di dribbling estemporaneo e affossando un istante dopo Anguissa, causando il rigore che porterà al 2-0 Napoli.
Non un bel biglietto da visita per l'argentino, che prima del blackout a inizio ripresa aveva mostrato però qualità che avevano spinto Palladino a puntare su di lui: diligenza tattica, un buona visione di gioco, un destro educato e un tempismo formidabile negli (fa strano dirlo dopo l'omlette cucinata al 54', ma nel primo tempo un paio di estirade del numero ventidue avevano fatto ribollire il Franchi), tutte qualità che potranno servire a una difesa con ancora tanti punti di domanda - Comuzzo e Ranieri, uniche certezze di questa prima parte di stagione, non hanno le qualità di impostazione fatte intravedere da Moreno -.
Quindi tornando alla domanda principale: quanto vale la gara di Moreno? O meglio, quanto pesa un errore da tripla matita blu, arrivato a macchiare un foglio fino ad allora pulito e ordinato? La Gazzetta dello Sport, ad esempio, ha dato 4 all'argentino, che tra l'altro entra nel 'pantheon' dei calciatori che, all'esordio in A, ha preso 4 sulle pagelle della rosea - insieme a lui Schingtienne, Lemos, Rodrygo Eli, Doumbia, Cassata, Van der Wiel e addirittura Sérgio Conceição, al debutto con la Lazio nel lontano 1998 -.
Il numero in sé non raccoglie però la totalità di una prestazione in cui c'è anche tanto altro: è chiaro che, soprattutto per uno che di mestiere fa il difensore, un solo errore possa condizionare la valutazione ma, rapportato a quanto fatto anche dai compagni, l'ex Belgrano non è comunque tra i peggiori visti sabato al Franchi. Come si riparte, allora, dopo un debutto del genere? Chi lo conosce è pronto a dire che Moreno, sangue albiceleste, scuola Cuti Romero (anche lui, idolo del difensore viola, proveniente dal Belgrano) si possa mettere in poco tempo alle spalle lo scivolone col Napoli. E chi lo allena, Palladino, lo avrà già rincuorato, sottolineando quanto di buono fatto. In attesa di capire cosa succederà sul mercato - con lo stesso difensore che potrebbe diventare moneta di scambio -, la Fiorentina ha capito un po' di più cosa è (e cosa può diventare) Matias Moreno . Una rondine non fa primavera e un errore non fa un calciatore. E anche se la massima di De Gregori vale per chi i rigori li sbaglia, stavolta può valere anche per chi i rigori li procura.