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SECONDE LINEE ED ESPERIMENTI, LA FANTASIA STAVOLTA NON PAGA. MA GUAI A FAR DRAMMI

di Andrea Giannattasio

Era destino che, prima o poi, un altro passo falso in casa Fiorentina (dopo quello di metà settembre contro l’Atalanta) sarebbe arrivato, al culmine di sette vittorie di fila che hanno proiettato la Viola in un’altra dimensione dopo lo scetticismo iniziale. Quello che magari nessuno aveva messo in conto è che la squadra di Palladino sarebbe caduta proprio in Europa al cospetto di una squadra - per valori e stile di gioco - ampiamente abbordabile, che oltre ad aver conquistato appena due successi nelle ultime sette gare, in Conference non aveva mai vinto.

Eppure, a ben vedere, le ragioni del ko di Biraghi e soci affondano gran parte delle proprie radici - più che nella bravura dell’Apoel (squadra che non brilla, specie nel fairplay) - nelle scelte iniziali della partita, che Palladino ha voluto radicalmente diverse rispetto alle ultime sfide di campionato: ben dieci undicesimi nuovi rispetto alla squadra che domenica ha battuto il Torino (c’era solo Richardson tra i confermati) e addirittura due esperimenti tattici mai testati prima, ovvero il franco-marocchino in posizione di trequartista puro e Parisi esterno alto. Forse un po’ troppo per pensare di avere la meglio su una squadra sì modesta ma scesa in campo con animo ben più agguerrito rispetto alla Fiorentina.

La qual da par suo, oltre ai pasticci difensivi che in 9’ a fine primo tempo hanno indirizzato la sfida, sembra al contempo aver evidenziato tutti i limiti di quelle cosiddette “seconde linee” (ci perdonerà Palladino che non ama usare questa terminologia, ma a noi ieri sono parse in tutto e per tutto tali) che se contro i New Saints e il San Gallo erano sembrate all’altezza del torneo, ieri sera a Cipro hanno invece fatto riemergere tutte le proprie carenze, che si erano peraltro manifestate già nel corso delle precedenti annate. 

A ben vedere infatti nell’undici di partenza che è sceso in campo a Nicosia ben otto elementi facevano parte (guarda caso) della Fiorentina della scorsa stagione, ovvero quella che in Conference ha raggiunto la finale - perdendola maldestramente - e in campionato non è riuscita ad andare oltre l’ottavo posto. Anche su questo, in vista del mercato di gennaio, servirà una riflessione. Nel frattempo, senza fare alcun tipo di dramma, è già tempo di guardare alla gara con il Verona: lì sì che sarà essenziale fare punti per continuare a sognare in grande. Magari con le prime scelte in campo…


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