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UMILTÀ, IDENTITÀ, MENTALITÀ

di Tommaso Loreto

Ancora 180 minuti da giocarsi prima a Nicosia, a Cipro, nella terza gara di Conference League e poi al Franchi contro il Verona, solo dopo la Fiorentina di Palladino potrà concedersi un po’ di meritato riposo.  Secondo quanto raccontato dallo stesso tecnico viola, nel dopo gara di Torino, l’idea dello staff era quella di concedere un giorno di riposo dopo la vittoria sui granata ma nello spogliatoio entusiasmo e motivazioni vanno evidentemente di pari passo con il concetto di sacrificio, e sotto questo profilo il segnale lanciato dai giocatori conferma una crescita sorprendente da parte di un gruppo in realtà ancora giovane visto che è stato assemblato soltanto un paio di mesi fa.  

Infortuni e rotazioni - Eppure in questo momento eventuali rotazioni dovranno tenere di conto di un’infermeria ancora lontana dallo svuotarsi. Se per Gudmundsson servirà (come minimo) attendere la ripresa del campionato, dopo la sosta, il rientro in Primavera di Pongracic non sembra ancora sufficiente per spingere il croato verso un ritorno in prima squadra, mentre anche su Cataldi servirà pazientare. Eppure a dispetto di un’inevitabile stanchezza la Fiorentina è stata capace di andare oltre le assenze anche su campi complicati e in partite chiuse, segno che a livello mentale il lavoro di Palladino ha convinto tutti

Umiltà, mentalità, identità - C'è una precisa cronologia nella crescita della Fiorentina che stupisce insieme ad Atalanta e Lazio, e va di pari passo con determinate dichiarazioni. Come quelle di Gosens dopo il set di Lecce, quando il tedesco parlò di mentalità da costruire e replicare, o come quelle di Dodò che dopo la vittoria di Torino ha raccontato quanto il tecnico stia gestendo ogni singolo, facendo sentire tutti importanti. Un'apertura verso la squadra che il tecnico aveva già mostrato, anche verso le richieste dei calciatori, nel passaggio dalla difesa a tre a una linea a quattro, testimonianza di umiltà non ricorrente sulle panchine di serie A, nonchè primo passo verso la costruzione di un'identità oggi più chiara. Ma soprattutto passaggio al quale è seguito il responso sul campo, dove la Fiorentina si parla e gioca mostrando maturità inaspettata, tanto che lo stesso Palladino potrebbe persino concedersi il lusso di non allenare (ipse dixit post Torino). 

La testa prima delle gambe - La gestione del gruppo prima di tutto. Non si spiegherebbe altrimenti il rendimento di chi sta sfruttando maggiore spazio rispetto al recente passato, come Beltran, o di chi sta continuando a giocarle tutte, come Bove, ma pure il coinvolgimento di elementi come Quarta scivolato fuori dalle gerarchie dei titolari. Il resoconto offerto dopo la vittoria sul Genoa in merito al discorso motivazionale del “Chino” durante l’intervallo di Marassi è la miglior conferma di come la gestione del gruppo da parte dell’allenatore sia uno dei segreti del momento magico dei viola. Anche a dispetto di una stanchezza che comincia ad affiorare ma che non ha certo scalfito l’entusiasmo che si respira dentro e fuori lo spogliatoio della Fiorentina.