CALCIO, La Serie A non conosce la crisi
Fonte: gazzetta.it
Numeri da far arrossire i catastrofisti del genere: sarà pure un anno di passaggio, in attesa delle grandi riforme (gestione economica autonoma tra A e B, vendita diritti tv collettivi, stadi di proprietà), ma la serie A se la passa ancora bene. Lo dicono le cifre: rispetto alla stagione ‘06-’07, l’anno di Calciopoli, l’interesse degli italiani per il campionato di calcio è cresciuto del 4,6% (fonte: sondaggio StageUp-Ipsos); il calcio è il traino delle scommesse sportive (il 92% delle giocate complessive). Lo dicono poi soprattutto gli sponsor. Proprio loro: nell’anno della crisi economica più dura dal ’73-’74, non c’è stata nessuna contrazione degli investimenti. Anzi. Chiedere per credere a Napoli, Udinese e Catania (per citare qualche esempio), che hanno di recente rinnovato o firmato nuovi contratti con sponsor principali con cifre che registrano il segno + rispetto all’ultimo torneo. E poi la chiamano crisi.
il paracadute — Diritti tv, botteghino e sponsorizzazioni. Con il marketing fermo al periodo dell’infanzia, in Italia sono i tre canali principali dai quali le società di calcio ricavano introiti. Su nessuno dei tre fronti, la serie A ha presentato falle. Anzi, i diritti tv con il moltiplicarsi dei network e delle possibilità – satellitare e digitale – hanno portato nuove possibilità di incassi. Nel campo degli sponsor principali, la crisi non ha toccato i club di calcio: il fenomeno è stato affrontato in uno studio sul business del campionato di serie A realizzato dall’azienda di ricerca StageUp. La maggioranza dei club hanno contratti bloccati fino alla chiusura della stagione che inizia questo pomeriggio. Accordi pluriennali stipulati prima dell’arrivo della crisi economica, che hanno rappresentato formidabili paracaduti anti-crisi. Così le grandi del campionato possono vantare ancora su sponsorizzazioni privilegiate: Juventus con New Holland (11 milioni), Milan con Bwin (10), Inter con Pirelli (9), Roma con Wind (7). Ma anche le altre: Siena con Monte dei Paschi (7), Fiorentina con Toyota (4,25), Sampdoria con Erg (2,5). Di recente il Napoli ha stipulato un nuovo accordo con Acqua Lete, facendo segnare sensibili aumenti: il nuovo contratto è di 5,2 milioni annui; come anche l’Udinese con Dacia (1), il Catania con Energia Siciliana (1,4), il Genoa con Gaudì (1). Iniziano il torneo senza sponsor Lazio, Bari e Bologna: per le ultime due si spiega perché l’ultima dirigenza è stata impegnata più a vendere la proprietà che a programmare la nuova stagione.
L'ANNO CHE VERRA' — La crisi potrebbe toccare la finanza del calcio solo di striscio. Le sponsorizzazioni sono blindate e nel ‘10, con gli indicatori che segnalano la ripresa dell’economia mondiale, il quadro potrà solo migliorare. “Piuttosto i risultati sportivi della stagione ‘09-‘10 dei club italiani – ha spiegato Giovanni Palazzi, presidente di StageUp - serviranno a stabilirne il valore commerciale in vista dei rinnovi contrattuali internazionali con gli sponsor per la successiva stagione. Nel complesso i club di serie A restano un veicolo di comunicazione di grande interesse”. Insomma, ci sarà da discutere sul fare il prezzo.
passione popolare — Il botteghino del pallone non è mai andato in crisi. Lo hanno confermato alla chiusura dell’ultima stagione i dati forniti dalla Lega Calcio (media spettatori in serie A: 25.096 a gara, + 2.198 persone rispetto alla stagione ’07-’08, e + 6.599 sulla ’06-’07). Ma non solo: la nuova serie A coinvolge più abitanti (nei comuni rappresentati da squadre di calcio) rispetto agli ultimi 5 campionati: 9,5 milioni di italiani, rispetto ai 9,1 dello scorso torneo, e agli 8,66 di 5 stagioni fa. Sempre analizzando le ultime 5 stagioni, è la prima volta che il bacino di interesse della serie A (dove si comprende il numero di tutti i tifosi delle squadre iscritte, e non solo gli abitanti dei comuni) sfonda il tetto del 40% della popolazione italiana (40,5%). Lo scorso anno era al 38,9%.
boom scommesse — Il calcio è la locomotiva delle scommesse sportive in Italia: a chiusura della stagione ’08-’09 conta il 92,27% delle bollette giocate (importo netto di 3,6 miliardi; fonte: StageUp-AgiproNews). Dietro, vi è il basket, al 2,94% (114,7 milioni) e il tennis, al 2,26% (88,3 milioni). Gli incassi dalle scommesse sportive in Italia hanno raggiunto i 3,9 miliardi, con un +51% sulla stagione ’07-‘08. Il trand degli italiani per le scommesse sportive è in crescita: gli italiani, per esempio, nel gennaio ’09 hanno giocato il 25% delle bollette in più rispetto allo stesso mese del ’08; a maggio ’09 l’aumento è stato del 43%. Nel periodo gennaio-giugno ’09 l’incremento è stato del 7,42% rispetto ai primi 6 mesi del ’08. Si gioca di più, e si gioca soprattutto sul calcio. A tirare sono le gare di cartello di serie A. Nella top ten della scorsa stagione è stato Inter-Milan del 15 febbraio a sollevare più giocate (5,5 milioni); in 9 giocate c’è una delle due squadre di Milano. L’eccezione è Lazio-Juventus del 18 gennaio (4,7 milioni). Insomma, non siamo la fabbrica dei soldi (ma anche dei debiti), come la Premier e la Liga, ma la nostra vecchia, e cara, serie A non se la passa così male.