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LIVORNO, C’è il sole, ma non si gioca

di Redazione FV
Fonte: Il Tirreno

Intorno alle 11 il pullman del Padova è già alle porte di Livorno. Mancano 4 ore alla partita: ci sarebbe anche il tempo per andare a farsi un giro all’Ikea a Firenze o allo zoo a Pistoia. Ma non c’è tempo per giocare una partita di calcio. «Partita rinviata per circostanze di forza maggiore legate alle copiose nevicate della giornata di ieri e alla conseguente situazione viaria creatasi», annuncia la Lega Calcio alle 12.45 con un fax grigio, degno colore di questa assurda (e non trascurabile) storia.
Motivazioni alla mano, è la prima partita nella storia rinviata perché i giocatori di una squadra hanno viaggiato male. Si può fare i buonisti, i comprensivi, ma si finisce sempre lì: non si gioca perché quelli del Padova hanno dormito poco. E non è demagogia se ci viene da pensare a cosa avrebbero risposto a operai o lavoratori comuni in una situazione del genere. Niente paura, la Lega Calcio è buona e solidale.
Talmente buona che ha accettato pure di non far rinviare la partita a oggi, nonostante il Padova fosse già a Livorno. Perché qui sono intervenuta le due società, annunciando che i loro stranieri dovevano partire per le vacanze di Natale e dunque non si poteva giocare.
Di certo si è creato un precedente allucinante. Ho 4 infortunati? Vabbè, posso sempre dire che il pullman ha avuto un guasto e siamo stati costretti a passare la notte in autostrada. Ho dormito poco e male, mica mi farete giocare... E se vi mancano entrambi gli attaccanti, ci sono sempre le ruote che si forano. Per non parlare poi della disparità di trattamento che è stata usata anche ieri: dell’Empoli potete leggere qui sopra, ma c’è anche il Frosinone che ha impiegato 7 ore di tempo per percorrere il tratto Montecatini-Modena a causa del ribaltamento di due autoarticolati. L’Empoli ha perso, il Frosinone ha perso, il Padova è tornato a casa senza giocare. Ah, ci dimenticavamo di un particolare: al Padova ieri mancavano Cesar, Di Nardo, Vicente, Crespo, Ronaldo e El Shaarawy, tutti fuori per infortunio...
I retroscena sono buffi. Queste le parole pronunciate da Rino Foschi, ds del Padova, vecchia volpe del nostro calcio. «Abbiamo trascorso tutta la notte in autostrada in mezzo alla neve, la situazione si è sbloccata soltanto questa mattina e abbiamo raggiunto Livorno alle 11. Siamo rimasti fermi in pullman a Prato dalle 9 di ieri sera alle 7 di questa mattina, la squadra non ha mangiato né dormito e non era in condizione di giocare. Per questo abbiamo chiesto alla Lega di rinviare la partita». Ma i soliti maligni hanno disegnato un altro quadro di questo strano weekend del Padova Calcio: partenza sabato alle 14.30, code a Bologna, arrivo a Roncobilaccio intorno alle 21, cena, dormita in un albergo della zona, partenza la mattina alle 8.30 per Livorno. Solo malignità?
«Da parte nostra - spiega Giovanni Gardini, dg del Livorno - abbiamo solo fatto presente alla Lega che il campo era in perfette condizioni e che, per quanto ci riguardava, eravamo pronti a giocare». Lo stesso Foschi ha comunque ringraziato il presidente Spinelli: «Ci siamo tenuti in contatto per tutta la mattinata con lui e non posso che dirgli grazie per la comprensione».
Nessuno invece ha detto nulla ai tifosi del Livorno che tra le 14 e le 15 si sono presentati allo stadio. A loro niente fax a casa della Lega Calcio, nessuna telefonata di cortesia. I più fortunati l’hanno scoperto su internet, qualcuno col tam tam, ma la lenta e inutile processione verso il “Picchi” ha dato il senso di quanto ormai i tifosi siano un contorno quasi di disturbo per chi comanda il mondo del calcio.