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FV ALLE RADICI DI VLAHOVIC, NEL SUO PRIMO "STADIO" C'È VIOLA OVUNQUE. MA IL FUTURO...

di Giacomo Iacobellis
Fonte: Dagli inviati a Belgrado, Giacomo Iacobellis e Dimitri Conti

Alle porte di Belgrado, nel modesto ma accogliente quartiere urbano di Zemun. È proprio qui che è iniziata la favola calcistica di Dusan Vlahovic, il gioiello serbo che - almeno finora - ha scelto di non rinnovare il suo contratto con la Fiorentina spezzando il cuore a tanti tifosi gigliati.

Eppure, nelle due sgargianti palestre di Zemun (una dentro un pallone con campo da calcio a 5, l'altra sempre in un pallone gonfiabile con campi a 5 e a 7) che FirenzeViola.it ha potuto visitare personalmente durante il suo viaggio a Belgrado, oggi c'è un po' di viola da tutte le parti. Spiccano infatti le foto di Vlahovic con la maglia della Fiorentina, quelle del taciturno classe 2000 appena arrivato per la Primavera così come quelle del freddo centravanti che ha trascinato i gigliati alla salvezza nella passata stagione diventando presto obiettivo delle big europee. Ma a colpirci di più, ovviamente, sono le immagini del primo Dusan, "un bambino - ci racconta col sorriso un responsabile della scuola calcio dell'Altina Zemun che ha preferito restare anonimo - che voleva sempre vincere, fin da quando ha iniziato a giocare a calcio qui a soli 5 anni". In questi luoghi hanno sempre creduto nel suo potenziale, insegnandogli le basi del calcio e guidandolo fino al passaggio all'OFK Belgrado a 12-13 anni e, di conseguenza, all'illustre chiamata del Partizan.

"Dusan è originario di queste parti, il suo percorso non poteva che iniziare all'Altina. Ricordo che spiccava già da piccolo per le sue doti tecniche, il suo sinistro e la sua incredibile personalità. Amava fare gol, ci riusciva da tutte le posizioni... E quante lacrime quando perdeva! Il suo sogno, anzi il suo obiettivo nella vita, è sempre stato quello di diventare un grande calciatore", ci spiegano mostrandoci con orgoglio le primissime foto di Vlahovic (in calce).

Ma quale sarà il suo futuro? La domanda, in questo momento, è inevitabile: "Chi lo sa... Magari firmerà a breve con un top club, in estate se non già a gennaio", è l'ennesimo indizio sibillino con cui si chiude la nostra visita a quella grande fucina di talenti chiamata Altina Zemun (150 giovani promesse ogni anno). L'esempio perfetto di come non servano strutture all'avanguardia, ma piuttosto professionalità, organizzazione e tanta pazienza, per coltivare la stoffa. "Quella, o ce l'hai o non ce l'hai. Sta a noi però dare ai ragazzi i mezzi per tirare fuori tutto il loro potenziale strada facendo", la chiosa di chi ha visto passare tanti piccoli campioni. "Ma nessuno era come Dusan".