GOLLINI: "NON VOLEVO UNA MAGLIA QUALUNQUE. A BERGAMO LITIGAI CON UNA PERSONA"
Fonte: dal nostro inviato a Moena, Niccolò Santi
Ha luogo oggi la presentazione alla stampa del portiere Pierluigi Gollini, al centro sportivo "Cesare Benatti".
Come vede il possibile dualismo con Terracciano?
"La competizione sana fa bene a tutti, poi è normale che deciderà il mister chi avrà fatto meglio in allenamento”.
Qualcosa si era rotto a Bergamo: cosa è successo?
"Il mio addio all’Atalanta non è stato una scelta tecnica ma motivi personali con una persona. Quello che ho fatto l’ho dimostrato sul campo, ho fatto tanta esperienza a Bergamo e posso solo essere grato all’Atalanta. Sono cinque anni che faccio l’Europa, non è un anno in cui ho giocato meno a fare la differenza”.
Cosa significa tornare, le piacerebbe tornare in Champions?
“Sarebbe un bellissimo premio per tutti. Tornare mi fa un certo effetto, ho passato solo un anno qua, cioè quello che mi ha aiutato a fare tutti gli step successivi. L'anno che feci qua fu molto formativo, sono stato molto bene e non a caso sono tornato.
Quali sono le similitudini tra Italiano e Gasperini? State lavorando molto coi piedi?
"Bisogna saper fare tutto, anche giocare coi piedi. Credo sia fondamentale. Le similitudini tra Gasperini e Italiano ci sono sul possesso, sull'offensività, poi uno gioca a tre e l'altro a quattro.
Avere colleghi di esperienza maggiore può essere d'aiuto?
"Ho sempre pensato che le persone intelligenti riescano a rubare qualcosa ai giocatori più forti. C'è sempre qualcosa da imparare e ho cercato a farlo durante tutta la mia carriera".
Cosa si è portato dietro dalle esperienza in Inghilterra?
"In Premier ho avuto un'esperienza fantastica al Tottenham, ho incontrato grandi professionisti e grandi persone. Più vai in alto e più le persone sono umili perché non hanno niente da dimostrare. A volte anche non giocare, se si prende con costruttività, fa crescere. La Premier è un campionato molto difficile, più fisico, mi ha dato tanto".
Nella scelta di Firenze c'è anche la voglia di Nazionale?
"Qui vogliamo essere competitivi contro tutti, preparando bene le partite con un ambiente come questo credo sarà difficile per tutti venire a giocare a Firenze. Dobbiamo entrare in ogni partita pensando di potercela giocare con tutti. Abbiamo questo potenziale. Dobbiamo sfruttare al massimo il fattore campo".
Qual è la sua strategia sui rigori?
"Sui rigori studi i giocatori e poi c'è il tuo istinto. Questo è ciò che faccio personalmente".
Ha in progetto un intero album da incidere e se sì con chi?
"Ci sarebbe da aprire un discorso molto lungo, ho fatto le canzoni perché sono una mia grande passione cercando di sdoganare pregiudizi sul fatto che gli atleti non possono fare certe cose. Io cerco di lanciare un messaggio che possa esser d'aiuto per le nuove generazioni. La musica poi mi fa staccare la testa dal calcio".
C'erano altre squadre su di lei, conferma? Cosa l'ha spinta a scegliere Firenze?
"È vero, c'erano altre pretendenti, ma per me il posto giusto era Firenze. Sono molto felice di essere qua, era importante tornare in un posto speciale. Avevo voglia di una sfida molto importante e credo che Firenze fosse un posto giusto sia a livello tecnico che mentale. Non volevo una maglia qualunque da indossare".
Cosa significa giocare in ambito internazionale?
"Credo sia importante un percorso in Europa, in particolare partire dalla Conference può essere utile a prepararci alle competizioni internazionali. Noi non ci possiamo permettere di farci trovare impreparati, vogliamo dare il massimo
Il suo passato in viola quanto ha inciso?
"La Fiorentina è una squadra forte, con una grande dirigenza e che l'anno scorso ha fatto molto bene. Il fatto di essere stato qua da bambino e di aver vissuto la piazza ha inciso, poi si ambisce sempre di più ma sicuramente rifarei tutto quello che ho fatto".