HIRSCH, Lavorare a Firenze è responsabilità. Ora...
Fonte: dall'inviato Niccolò Santi
David Hirsch, architetto dello studio ARUP che si occuperà del restyling del Franchi, ha parlato a Palazzo Vecchio, a margine della presentazione del progetto. Di seguito le sue dichiarazioni alla stampa presente, tra cui FirenzeViola.it:
Sembra che vogliate mantenere le tribune esistente che però non seguono gli standard dimensionali degli stadi moderni. Come farete a risolvere questo problema?
"Il progetto è preliminare e si basa sul rispondere ai quesiti del bando. L'edificio era vincolato e quindi noi abbiamo rispettato, per quanto possibile, le dimensioni delle tribune esistenti. Ovviamente gran parte delle tribune sono ricostruite, ovvero la parte bassa delle gradinate che è quella che si lega alle due curve, che sono quelle che avranno la parte più importante, più capiente dello stadio. Qui si apre un dialogo con gli interlocutori che sono il Comune di Firenze, le soprintendenze, il Ministero e dovremo cercare di capire come far sì che questo edificio possa trovare il giusto rapporto tra la conservazione di un manufatto storico, architettonico e di grandissimo valore che deve essere mantenuto e rispettato e i bisogni di realizzare uno stadio moderno ed efficiente".
Ci racconti la grandissima sfida di confrontarsi con l'architetto Nervi.
"Lavorare a Firenze, che c'è n'è una sola nel mondo, per noi è un onore e una grandissima responsabilità, soprattutto in questo contesto. Ancor più grande è la sfida di confrontarsi con un grande maestro dell'architettura e del razionalismo italiano che ci ha insegnato molto. Credo che quello che noi abbiamo cercato di dimostrare è stato proprio questo, ovvero provare l'inserimento di un edificio di nuovi elementi architettonici che potesse costruire un dialogo con Nervi e con le sue strutture, quindi essere molto rispettosi e meno invasivi possibile. Certamente si apre un momento di approfondimento di questi temi, ma il nostro approccio è stato questo, di essere un gesto pacato, educato, semplice, proprio per non deturpare e non toccare quello che è un elemento del carattere dell'edificio esistente. Qui si apre un progetto e noi sappiamo che i progetti vivono, poi sono un processo: si inizia e non si sa dove finisce. Da questo momento in poi abbiamo la responsabilità di portare avanti e di consolidare questa idea che certamente deve essere mantenuta".
Come pensate di convincere i tifosi e Commisso della bontà del progetto?
"Noi abbiamo risposto ad un bando del Comune di Firenze che aveva delle esigenze e definiva delle cose in maniera molto esplicita. Ovviamente questo stadio deve necessariamente trovare un operatore ed essere fatto per una squadra. In questo momento noi abbiamo risposto ad un bando che era molto preciso ed aveva un obiettivo molto chiaro, che era quello di rifunzionalizzare un edificio di questa importanza per la città. Da qui si apre un momento di dialogo e speriamo di essere tutti quanti, insieme al sindaco, la città, i cittadini e i tifosi, in grado di convincere che sia il progetto giusto".
Questo progetto è un unicum nel vostro curriculum?
"Noi abbiamo partecipato al concorso, tra l'altro anch'io, per la riqualificazione del Camp Nou di Barcellona, ARUP ha lavorato con l'architetto Bofill, che era uno dei progettisti, anche se in quell'occasione sfortunatamente non abbiamo vinto. ARUP adesso sta dando e fornendo servizi di supporto ai progettisti che hanno vinto il concorso, per cui ci stiamo confrontando con edifici esistenti di grandissimo valore. Direi che ARUP ha tutte le competenze per affrontare questo progetto e sono convinto che sarà un progetto comune. I progettisti devono lavorare insieme agli altri stakeholders, non possono isolarsi e quindi finisce in questo momento la fase di isolamento del concorso se vogliamo, in cui i progettisti si staccano e cercano di tirare fuori l'idea migliore. Ora si apre il dialogo".
Si poteva osare di più?
"Io credo di no. Questo è un progetto giusto, calibrato ed è giusto per questo edificio e per questa città. Siamo molto convinti che sia la strada giusta da seguire".