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I 5 EURO AL SEMAFORO: VIOLA, BUONA LA PRIMA

di Andrea Giannattasio

Una boccata d’ossigeno. Quello che in definitiva ci voleva dopo un’estate di tira e molla e un mercato che, per il momento, sembra bloccato: la Fiorentina inizia come meglio non poteva il suo campionato con un successo che più nel risultato ha convinto per il gioco espresso dalla squadra di Iachini, in totale dominio di gioco contro un Torino ancora cantiere aperto e limitata al solo gol vittoria di Castrovilli (che ha bagnato come meglio non poteva l’esordio con la 10 sulle spalle) da un Sirigu formato Champions: non esiste la riprova eppure con un portiere di altra caratura, la Fiorentina avrebbe chiuso molto prima la pratica granata.

Il gioco dicevamo: più fluido, più aggressivo, più continuo. Per utilizzare una metafora che ha spopolato nella sala stampa di venerdì, il "lavavetri" al semaforo ha avuto finalmente i suoi 5 euro che tanto aspettava. Certo, per riuscire a far gol la Fiorentina ha dovuto attendere fino al 77’ eppure, in zona offensiva, la Viola è sempre stata un motorino costante: sia Chiesa che soprattutto Biraghi (il migliore in campo) hanno solcato la fascia come da tempo non si vedeva e l’intesa con Kouame sembra esserci già. Bene anche la difesa che - dormite a parte di Ribery - ha retto come sempre al meglio, con Caceres che ha giganteggiato su Belotti e Zaza.

Il tutto al netto di un centrocampo che al Franchi è partito con evidenti defezioni: out Pulgar, out Amrabat, esordio (col brivido) di Bonaventura dal 1' e Duncan adattato a fare un ruolo che, dall’inizio, non ricopriva dai tempi del Livorno: un’era fa. Eppure, tutto sommato, la prova del numero 8 non è stata tutta da buttare, anche se di regia si è visto obiettivamente poco. Dalla sfida di sabato prossimo a San Siro quella che andrà in campo sarà una Fiorentina diversa, ma che ripartirà da delle certezze che si stanno pian piano consolidando, come il fatto (finalmente) di non speculare dopo il vantaggio acquisito. Come si suol dire, buona la prima.