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GIOVANI SI, MA NON ALLO SBARAGLIO di Fabio Russo

di Fabio Russo

Esauriti i sogni europei di campionato, c'è voglia di linea verde a Firenze. Tanta, forse anche troppa, la tentazione di vedere in campo domenica molte “pianticelle corviniane” e di immaginare un futuro prossimo nato sotto il segno di nuovi De Rossi, Balotelli e Santon con la maglia viola.
D'altronde, però, il calcio italiano è fatto così: regnano gli eccessi.
Quando le cose vanno bene, ma gli impegni agonistici si susseguono senza sosta, si sollecita l'allenatore a non risparmiare neanche un minuto ai big della squadra, a non tentare giovani scommesse nemmeno per uno spezzone di gara, spinti dalla bramosia del risultato.
Quando tutto sembra perso, invece, ecco partire crociate al contrario, all'insegna del “dagli al giocatore esperto”.
Senza considerare, però, l'enorme rischio che si corre.
Presentare una squadra con molti ragazzini nel derby di domenica rischierebbe di comportare notevoli problemi sotto il profilo tecnico e psicologico a coloro che dovessero essere gettati nella mischia nella prima volta. Se le cose non dovessero filare lisce nei prossimi 180 minuti, siamo proprio sicuri che nessun tifoso viola sarà lì pronto a sparare sentenze trancianti, invocando il prestito formativo per coloro che avessero toppato le prime due uscite? Se, al contrario, qualche altro dovesse ben figurare, ve l'immaginate quanti peana ed inni al “nuovo crack” saremmo portati a sentire dopo la conclusione del campionato?
Prandelli faccia il suo lavoro senza condizionamenti. Dia fiducia (dall'inizio o a partita in corso) a Keirrison, Babacar e Ljajic, già entrati da mesi nel clima della prima squadra, ma non lo si spinga ad osare troppo.
O, magari, lanci una provocazione: inizi da domenica a testare sul campo la Fiorentina che verrà. Nel modulo, però, piuttosto che negli interpreti.