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IL TORMENTONE CHIAREZZA di Leonardo Bardazzi

di Leonardo Bardazzi

Ormai è diventato un tormentone, tipo quelli da spiaggia che da ora in avanti rimbomberanno nelle nostre teste ad ogni ora del giorno e della notte. "Chiarezza". Qualcuno la chiede, qualche altro è convinto di averla già fatta. Quel che conta davvero però è che i fiorentini, da entusiasti, sono diventati tristi nel giro di poche settimane. La fiducia nella squadra e nella proprietà sta scadendo e anche quella in Prandelli (pensate un po') è in caduta libera rispetto al passato. Chiedersi perchè è il minimo, e in questo senso le parole del Gila non mi erano affatto sembrate fuori ruolo. Adv invece s'è arrabbiato: "I giocatori pensino a non farci più vergognare la domenica, al resto pensiamo noi".

Messa così non fa una grinza. Ma il problema rimane: se (come dice la proprietà) Prandelli resterà qui, la squadra sarà ancora competitiva e i campioni saranno difesi, allora perchè questa società non ha più un capo? Andrea si dimise a settembre dopo una lettera a dir poco nebulosa e Diego ha fatto anche di peggio, becchettandosi via giornali con Prandelli, il quale adesso non lo cita più neppure in conferenza stampa. In mezzo c'è rimasto solo Corvino, che con l'italiano fatica ma almeno ci mette la faccia e in quanto a scopritore di talenti, sa il fatto suo.

L'impressione che ho è che il tecnico sia sopportato, più che supportato dalla proprietà: una differenza non da poco frutto di gelosia, logorìo del rapporto e di qualche errore del tecnico (leggi il no alla Roma per Mutu) mal digerito. In più c'è l'annosa questione della Cittadella, per la quale i Della Valle continuano a rinviare nuovi investimenti sulla squadra. Il calcio però non si fa costruendo down town o parchi a tema. Il calcio si fa in un centro sportivo all'avanguardia, coi ragazzi che imparano dai campioni e attraverso un preciso progetto tecnico. In questi anni sul campo la Fiorentina ha vinto molto, fino a volare in Champions, tarpata solo dall'inqualificabile norvegese.

Adesso però non posso non avere dubbi sul futuro viola, anche se pagherei volentieri una bottiglia di Dom Perignon per aver sbagliato previsione: questa squadra finora si è basata sugli invetimenti del passato (Frey, Montolivo, Gilardino, Mutu, Jovetic, Vargas), ma da adesso in avanti dovrà lavorare di fantasia per restare competitiva. Ma i colpi di genio, da soli, anzi uniti alle inevitabili cessioni, difficilmente basteranno a coprire il gap con le altre, anche perchè nel frattempo le altre (Napoli, Palermo e Genoa) continueranno ad investire. Se davvero però l'Italia resterà davanti alla Germania nel Ranking Uefa (e qui servirà fare il tifo per l'Inter, per altro contro l'insopportabile Bayern), l'anno prossimo con tutta probabilità sarà l'ultimo per dare l'assalto al quarto posto: non provarci, senza coppe da giocare, sarebbe molto grave.