L'IMMEDIATO FUTURO di Tommaso Loreto
A voler guardare il lato positivo della faccenda, c'è di che rallegrarsi del termine della stagione viola. In quel di Bari, nell'ultima giornata di campionato, la Fiorentina ha di nuovo messo in mostra quella fragilità caratteriale, e tecnica, che sembra essere diventata la costante degli ultimi mesi. Squadra svuotata, senza motivazioni, e priva di quella grinta necessaria a raddrizzare una partita che si era messa male già nel primo tempo. Non che una vittoria in Puglia avrebbe potuto cambiare molto, ma di certo avrebbe alleggerito il clima da "sbracamento" generale (passateci il termine, infondo il dialetto fiorentino è quello che ha dato vita alla lingua italiana) cui il popolo viola ha assistito stupefatto dal post Coppa Italia in poi.
Va in archivio, dunque, una delle stagioni più strane dell'era Della Valle. Gli ottavi di finale di Champions, i furti di Ovrebo e del Bayern, le semifinali di Coppa Italia. Tutte serate nella memoria a cozzare maledettamente con quella colonna destra della classifica che vede i viola primeggiare. Diciassette sconfitte diciassette che, in campionato, testimoniano quanto generale sia stato il crollo. Dalla società, con l'uscita di scena del patron DDV e le bordate mediatiche, alla squadra, passando per il tecnico che qualche errore l'ha commesso, un po' tutti adesso dovranno tirare una linea e ricominciare da capo.
La speranza, a questo punto, è che il primo obiettivo sia la restaurazione dell'ambiente gigliato. Di quella Fiorentina che sfidava le grandi con la sfrontezza di chi sa di avere davanti tanta strada. Dalla fiducia che ha sempre permeato le stanze del club, alla chiarezza degli obiettivi e dei traguardi, adesso la Fiorentina deve cominciare subito a progettare l'immediato futuro. Lo faccia, allora, partendo dalla posizione del tecnico che, al di là delle dichiarazioni di rito, merita ancora di essere del tutto sgombrata da dubbi e incertezze. Le stesse che ancora riempiono quotidiani e tg sportivi, e che probabilmente continueranno nei prossimi giorni. In un senso o nell'altro, Abete incluso, si chiarisca fin da subito quale sarà il nuovo percorso con Prandelli.
Da questa scelta, del resto, dipende l'intero progetto tecnico della prossima annata. Da lì si riparta sul mercato andando a rinforzare un gruppo che nella prossima stagione può di certo fare meglio, ma che al tempo stesso oggi mostra crepe evidenti. In altri termini, chi non crede più nella casacca viola prenda pure la propria strada. Guardando le ultime partite, purtroppo, vien da pensare che non siano in pochi, nello spogliatoio, a voler cambiare aria. Insomma, si agisca con determinazione e limpidezza nei tempi più stretti possibili. Sulla panchina, e poi sulla rosa. Infine sulla presidenza del club. Il rischio, altrimenti, è quello di essere ancora sommersi dalle voci e dagli scetticismi diffusi. Per tutto il prossimo anno. E a giudicare dalla reazione che ha avuto la Fiorentina dopo i primi segnali d'inquietudine interna, è assolutamente d'obbligo un secco cambio di rotta.