UN SILENZIO DESTINATO A FINIRE di Manola Conte
La proposta della Federazione era arrivata, ma mancava la risposta della Fiorentina. Così, nel gioco dei rimbalzi, la palla è passata ad Andrea Della Valle che si è trovato nel ruolo scomodo di chi deve tirare un rigore. Un rigore decisivo per il futuro della Fiorentina. Un rigore che non poteva sbagliare. Ma Andrea, a sorpresa, passa la palla al suo allenatore e conferma che il contatto con il presidente della Federazione c'è stato, ma aggiunge: “Si faccia chiarezza al più presto, in modo da pianificare il futuro”. Tocca a Prandelli, dunque, decidere se restare alla guida della Fiorentina o sposare l'offerta della Nazionale.
Ma Cesare continua nel suo silenzio. Noi, per la verità, continuiamo ad essere un po' delusi. E anche un po' stanchi. Diciamocelo. La questione-allenatore tiene banco ormai da troppo tempo. A Firenze se ne parla da prima di Natale, da quando Diego Della Valle disse: “Prandelli è un grandissimo allenatore, ci farebbe piacere se un giorno dovesse diventare commissario tecnico della Nazionale, ma ora non prendo nemmeno in considerazione l’ipotesi che possa andare via. Prandelli resta con noi” . “La Federazione non ci ha mai contattato. Prandelli resterà qui. Al momento opportuno troveremo un tavolo per sederci e sistemare tutto” aggiunse Andrea, guardando alla primavera come alla stagione ideale per la firma. Ma il valzer di indiscrezioni sul futuro del tecnico non si è mai fermato. E la stagione del nuovo inizio, dopo il gelo dei mesi invernali, non è mai arrivata. Forse - sono in molti a pensarlo - anziché rinviare tutto a primavera, la società avrebbe potuto invitare Prandelli ad un tavolo e firmare. Facendo così calare il sipario sull’intera questione. Ma anche Prandelli ci ha messo del suo... non riuscendo (o non volendo) mai chiarire i suoi presunti contatti con la Juventus. ll suo silenzio ha finito per aprire un solco, generare dubbi, innescare la querelle con Diego Della Valle. Insomma, una vicenda che doveva e poteva essere gestita meglio da parte di tutti.
Così, a noi resta la spiacevole sensazione che la decisione di dirsi addio fosse già stata presa. Da entrambe le parti. Da almeno tre mesi. Ma che nessuno abbia avuto il coraggio di comunicarlo.
Peccato per tutti, se così fosse. Per i Della Valle, che avrebbero preso a picconate il loro progetto. Per Prandelli, che rischia di concludere malamente una bellissima storia d'amore con la città. Per i tifosi, che si erano illusi che quella stretta di mano fra Prandelli e Della Valle alla fine ci sarebbe stata.
Qualcuno ha detto che “il silenzio è stupido se siamo saggi, ma saggio se siamo stupidi”. Che strano. In questa storia, dove di stupidi pensiamo non ce ne siano, si è tanto parlato quando era meglio stare zitti. E si è stati troppo zitti quando bisognava parlare. Per fortuna, il silenzio di oggi è destinato a finire presto.