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BOCCIATO?

di Marco Gori

I sondaggi online di Firenzeviola non hanno un valore statistico, si tratta di rilevazioni non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità legati alla propria squadra del cuore: giusto per mettere subito in chiaro le cose. Ma il 46,25 % dei votanti che nel corso del nostro ultimo sondaggio ha dato "4" all'operato di Pantaleo Corvino, il 21,09% che gli ha dato "5" e solo il 4,45% che lo ha promosso a pieni voti rappresentano un dato che fa sicuramente riflettere. Abbiamo detto nei giorni scorsi che il ds viola non sta vivendo il suo momento di maggior popolarità da quando è a Firenze. Teniamo a sottolineare come popolarità non significhi per forza bravura, e viceversa. Ed è proprio su questo punto che vogliamo insistere. Ci pareva eccessivo sentirlo considerare come il miglior dirigente sportivo italiano fino a poco fa, non ci sognamo nemmeno di considerarlo un incapace in questo momento. Corvino ha fatto cose buone e cose meno buone, e questo dal primo giorno in cui è approdato alla Fiorentina. Certo, presentarsi al popolo viola con il bomber del momento, ovvero Luca Toni, acquistato ad un prezzo quasi irrisorio non è cosa da poco. E usare il pugno di ferro nelle trattative con la odiata Juventus è qualcosa che attira inevitabilmente simpatie. E qui, a nostro avviso, molti sono caduti in un primo errore: Miccoli, e soprattutto Maresca, non riscattati dal club bianconero per cifre non certo esorbitanti, non avrebbero, visto il prosieguo delle loro carriere, fatto forse comodo alla Fiorentina? Può darsi che abbia influito il parere dell'allora tecnico Cesare Prandelli, e qui si entra in un argomento delicato, quello del rapporto tra il ds salentino e l'allenatore lombardo, voluto far passare a tutti i costi come un'intesa quasi perfetta ma che invece ha visto varie zone d'ombra, come nel caso della mancata cessione di Mutu nell'estate del 2008. Cose buone e cose meno buone, abbiamo detto. Senza voler fare la "lista della serva", ne elencheremo le più eclatanti: non ci spieghiamo ancora, ad esempio, l'acquisto di Da Costa e soprattutto lo scambio di quest'ultimo con Savio Nsereko a condizioni svantaggiosissime per la Fiorentina; non capiamo come una squadra che doveva prendere parte alla Champions League abbia potuto solo pensare di puntare su un giocatore come Nacho Castillo, facendogli firmare addirittura un biennale, quando si andava dicendo che non rientrava nella politica societaria proporre agli ultra-trentenni contratti di più di un anno; non ci spieghiamo la lunga lista di giocatori, tutt'altro che "bolliti" fatti partire a parametro zero; e, venendo a tempi più recenti, non si capisce come si possa aver pensato di rinforzare un centrocampo ridotto all'osso con un giocatore risultato troppo lento anche per il campionato portoghese come Mario Ariel Bolatti. Venendo alle cose buone, detto di Luca Toni, che non solo Corvino ha comprato benissimo, ma che, se fosse dipeso da lui, avrebbe venduto ancora meglio, non possiamo dimenticare gli acquisti di Frey e dello stesso Mutu, ma anche quello meno altisonante ma decisamente azzeccato di Kroldrup, o quello, bocciato da Prandelli ma promosso dai risultati sul campo subito dopo la cessione al Palermo, di Federico Balzaretti; per finire con quello che definiamo un vero e proprio capolavoro, ovvero l'arrivo di Boruc. In generale c'è poi da dire che spesso Corvino ha dovuto lavorare con dei budget davvero ristretti a sua disposizione, cavando il sangue dalle rape. Non è però questo il caso delle ultime due sessioni di mercato dove una bella cifra è stata in gran parte investita male. E' altrettanto vero che, essendo spesso costretto a svolgere dei compiti non proprio previsti tra quelli di un direttore sportivo, non si capisce come possa aver trovato anche il tempo per dedicarsi al mercato. Corvino è forse stanco? E' forse iniziata davvero una tra l´altro comprensibile parabola discendente? Come abbiamo detto più volte, il prossimo sarà un mercato estremamente difficile per la Fiorentina. E rappresenterà anche un banco di prova importante per il suo ds. Che, lo diciamo senza ipocrisia alcuna, ci auguriamo riesca a superare a pieni voti.