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DICCI LA VERITA'!

di Marco Gori

Parlare di lui è come andare dal dentista. Ma questo dente ce lo dobbiamo togliere. E il dente da estrarre si chiama Artur Boruc. Ormai, ogni volta che lascia l’Italia per raggiungere i propri compagni della Nazionale, il portiere polacco rilascia dichiarazioni “pesanti”. A volte fa qualche passo indietro, altre, come due giorni fa, manifesta chiaramente la propria intenzione di andarsene. In linea generale, noi Artur Boruc lo capiamo. Ovviamente non condividiamo il suo modo di esternare il proprio stato d’animo, perché la Fiorentina ha delle regole ben precise e lui, in quanto tesserato che percepisce regolarmente i propri emolumenti, le deve rispettare; allo stesso tempo ci domandiamo come mai la società viola, almeno ufficialmente, non lo abbia ancora multato. Ed è una domanda in parte retorica, perché una certa idea sul “caso Boruc” ce la siamo fatta. Non ci siamo fatti eccessivi scrupoli nel criticare alcune recenti mosse di mercato effettuate da Pantaleo Corvino, ma per quanto riguarda l’acquisto dell’estremo difensore polacco non ce la sentiamo di dare un giudizio negativo, anzi.. Possiamo capire i tifosi, che, ragionando col cuore, nel corso della contestazione seguita alla sconfitta interna con la Lazio, hanno invocato ironicamente l’acquisto di un terzo portiere. Ma noi dobbiamo ragionare con la testa, non col cuore. A dirla tutta, l’acquisto di Boruc è stato forse il vero unico colpo da maestro di Corvino nell’ultimo mercato. Anche se, probabilmente, riuscito solo a metà. Guardate, Inter a parte, da chi sono difese le porte di molte “big” del nostro campionato. E guardate i portieri convocati da Cesare Prandelli. Vi paiono forse più forti dell’ex Celtic? E non lasciatevi condizionare dai video di Youtube. A dare retta a quelli, Bolatti a quest’ora avrebbe dovuto già fare sfracelli. Boruc ha giocato una sola partita ufficiale con la maglia viola, e non ci pare proprio che abbia sfigurato. Certo, anche alla luce dei recenti risultati della squadra viola e del buon momento di Frey, forse i reparti da rinfoltire erano altri, ma siamo sicuri che l’acquisto del Polacco non fosse proprio la chiave per rinforzare la rosa restando in una politica di austerity? Ci risulta che Boruc in questo momento non abbia nemmeno un procuratore, visto che Raymond Sparkes ci ha giurato di non curarne più gli interessi da quando il giocatore si è trasferito in Italia, e gli intermediari che si sono occupati del suo passaggio in maglia viola paiono aver perso le tracce del 30enne di Siedlce. E da qui potrebbe derivare il suo alternare dichiarazioni improntate alla buona volontà a veri e propri ultimatum. I procuratori non servono solo a trovare nuove squadre e contratti più ricchi ai propri assistiti, ma anche a tutelarne gli interessi in linea più generale. E forse Boruc avrebbe bisogno in questo momento di qualcuno che lo aiutasse ad esprimere, in modo diplomatico e corretto, la propria verità. Non vogliamo tirare fuori le polemiche di questa estate tra Sebastien Frey e Pantaleo Corvino, e sappiamo quanta antipatia ci tireremmo addosso se mettessimo in dubbio l’importanza di Frey per la squadra viola. Ma ci pare strano che un giocatore di 30 anni, ovvero nel momento più importante per la carriera di un portiere, con alle spalle oltre 160 presenze con la maglia del Celtic ed un mondiale ed un europeo giocati da titolare con la propria nazionale, ad un certo punto lasci una città ed un pubblico che lo adorano per fare un salto nel buio. Probabilmente la verità verrà fuori solo dopo una delle prossime sessioni di mercato. Ma ci piacerebbe conoscerla prima, magari raccontata dallo stesso Boruc. Anche se ci rendiamo conto che, vista l’attuale situazione mediatica, in casa viola ma non solo, forse stiamo chiedendo un po’ troppo.