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ERRARE E' UMANO, PERSEVERARE...

di Marco Gori

Perché a scuola, dalle elementari fino all’università, si studia la storia? Perché sapere chi eravamo ci aiuta a capire chi siamo ed a programmare quello che saremo. Evidentemente chi ha in mano le redini della Fiorentina, senza distinzione alcuna, la storia viola, anche solo quella degli ultimi 20 anni, la ignora totalmente. Le emozioni più grandi il popolo viola, dai primi anni ’90 ad oggi, le ha vissute grazie alla gesta di grandi bomber. E le occasioni più ghiotte di vincere qualcosa la Fiorentina le ha perse per la mancanza di una valida alternativa ai propri cannonieri. Da troppi anni, ormai, il calcio non ammette che chi gestisce il mercato di un club non tenga conto di possibili infortuni, squalifiche ecc. Esistono le circostanze sfortunate, e con la Fiorentina la dea bendata non è stata mai troppo generosa, ma la sfortuna, come gli arbitraggi, il vento e i terreni sconnessi, fanno parte del calcio, e non possono costituire un alibi. Nell’aprile del 1997 la Fiorentina, dopo aver sfiorato l'impresa al Camp Nou, ospita il Barcellona nella semifinale di ritorno della Coppa delle Coppe priva della sua star, Gabriel Omar Batistuta, squalificato all’andata. Ora, Batistuta era Batistuta, ma coloro che lo sostituirono al “Franchi”, ovvero la coppia Flachi-Robbiati, non erano precisamente dei brocchi. Solo che non erano delle punte centrali, l’assetto tattico della squadra ne risultò stravolto e i viola cedettero ai blaugrana. Passano meno di due anni, ed i gigliati sono in testa alla classifica del campionato di Serie A, cosa che non accadeva da ben 17 anni: tutti, o quasi, sanno come andò a finire: Batistuta subì il primo grave infortunio della propria carriera ed Edmundo scappò in Brasile. L’estate successiva furono acquistati Chiesa, Mijatovic e Balbo: forse sarebbe bastato solo l’arrivo in anticipo di quest’ultimo a regalare alla Fiorentina il suo terzo scudetto. Andiamo avanti di 11 anni: la Fiorentina vanta nel proprio reparto avanzato il centravanti della nazionale, Alberto Gilardino, e un fuoriclasse dalle straordinarie capacità realizzative che si chiama Adrian Mutu. Gilardino in quella stagione, tra campionato, Coppa Italia, Champions League e Nazionale è costretto a giocare un numero impressionante di partite; l’estate precedente, come sua riserva, era stato preso un oggetto misterioso di none Nacho Castillo; Gilardino boccheggia, ma per fortuna, dopo una serie di disavventure, la Fiorentina ritrova il miglior Adrian Mutu: Castillo, con grande sollievo di molti, viene ceduto al Bari, ma d’improvviso arriva la mazzata: Adrian Mutu viene scoperto positivo alla sibutramina e per lui si preannuncia una lunga squalifica: per fortuna la campagna trasferimenti è ancora aperta, ma che fa la Fiorentina? Ingaggia due ragazzini di nome Ljajic e Keirrison, e li mette a disposizione di un tecnico che, notoriamente, prima di mandare in campo un giovane ci pensa su parecchio, forse anche troppo. Estate 2010, San Piero a Sieve: si ferma Stevan Jovetic: manca quasi un mese alla fine del mercato, viene detto subito che il Montenegrino non sarà sostituito, nonostante sul mercato ci siano buoni interpreti del ruolo a buon mercato come Diamanti e Jimenez: si parla di un esterno, di un vice-Gila, alla fine arriva un tale Alessio Cerci, e nemmeno troppo a buon prezzo. 4 ottobre 2010: la Fiorentina si presenta alla seconda sosta del campionato al penultimo posto in classifica: Alberto Gilardino, che sembra aver ritrovato la propria vena realizzativa, parte per il ritiro della nazionale e si infortuna: i medici viola contano di recuperarlo per la delicata sfida con la Sampdoria in programma il 17 ottobre a Genova: vist certi precedenti, ci sarà da fidarsi? E cosa succederà se il bomber biellese non ce la farà a recuperare? Il Gilardino di oggi non è quello di due anni fa, d’accordo, ma è fondamentale in un modulo come il 4-2-3-1 e si tratta sempre di un giocatore a cui le difese avversarie devono prestare particolare attenzione. Si può dire lo stesso di Khouma El Babacar? Ci pare, questo, un film visto troppe volte, solo che, inutile nasconderci, stavolta la Fiorentina non lotta per una semifinale di Coppa o per lo scudetto, ma per tirarsi fuori dai bassifondi della classifica. Poi magari verremo smentiti, Gilardino sarà regolarmente in campo al “Ferraris”, metterà a segno una doppietta e verrà sostituito da Babacar che andrà anch’esso in gol. All’altra possibilità non ci vogliamo nemmeno pensare…