L'È TUTTO SBAGLIATO... - ULTIMA PARTE
Chiudiamo il nostro “viaggio allucinante” nelle “viscere” della Fiorentina edizione 2010/2011 (stavolta è al grande Isaac Asimov che chiediamo perdono) parlando di quello che dovrebbe essere il reparto fondamentale di una squadra, ovvero l’attacco. Usiamo il condizionale perché, nonostante sia arcinoto che nel calcio vince chi segna una rete più degli altri e la regola del “primo non prenderle” vale sempre meno da quando la vittoria è premiata con i tre punti, la Fiorentina, ed in particolar modo i suoi attaccanti, di gol ne ha fatti davvero pochi. Come nel caso del centrocampo, guardando il sito ufficiale del club gigliato, il reparto avanzato viola pare decisamente ben assortito: peccato che Stevan Jovetic abbia saltato tutta la stagione e che Adem Ljajic non sia esattamente un attaccante.
Un attaccante di razza è sicuramente Alberto Gilardino, che, nonostante sia partito portandosi sulle spalle il fardello di una precedente stagione in cui ha accumulato un numero impressionante di presenze (alla quale è seguita la partecipazione al mondiale sudafricano) e abbia dovuto fare i conti con una serie di voci di mercato sempre più insistenti, è riuscito comunque ad andare in “doppia cifra”. Ha anche mancato alcune occasioni da gol che “il Gila” di un anno o due fa non avrebbe mai fallito, e spesso è parso avulso dal gioco, ma forse non è tutta colpa sua. Non siamo così sicuri che lasci Firenze, ma, se così sarà, trovare un sostituto all’altezza sarà tutt’altro che facile.
Adrian Mutu resta il giocatore di maggior classe dell’intera rosa gigliata, non è forse più il campione ammirato nelle sue prime due stagioni in maglia viola, ma se la Fiorentina si è tolta dai bassifondi della classifica in una fase cruciale della stagione lo deve anche al suo rientro. Tra dichiarazioni di amore alla maglia viola ed un ingaggio che pare troppo pesante per il nuovo progetto, il suo futuro resta un rebus.
Nonostante le continue bacchettate ricevute dall’allenatore, Khouma El Babacar si è trovato d’improvviso promosso al ruolo di vice-Gila. Utilizzato col contagocce, le poche volte che è sceso in campo è apparso decisamente intraprendente ma ancora un po “arruffone” soprattutto quando si tratta di concludere a rete. Vediamo cosa accadrà nelle prossime cinque partite. Per ora resta uno dei tanti misteri di Sinisa Mihajlovic.
Di lui si diceva che fosse addirittura più forte di Jovetic: “bocciare” Adem Ljajic sarebbe non solo ingeneroso ma anche prematuro, tuttavia, almeno per ora, il paragone col Montenegrino non regge. Soprattutto pare fondamentale scoprire quale sia il suo vero ruolo.
A Stevan Jovetic non possiamo invece che augurare di tornare quel grande giocatore che mise in ginocchio il Liverpool di Rafa Benitez.