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IVANOVIC, I retroscena della trattativa

di Redazione FV
Fonte: La Nazione

ARRIVA o non arriva? Firma subito oppure tutto è rinviato a giugno? E ancora: esiste qualcosa di «già fatto» sul suo conto o dopo contatti, incontri e faccia a faccia, tutto si è chiuso con una semplice stretta di mano? La lunga giornata — quella di ieri — del caso Ivanovic si chiude con questa raffica di interrogativi. Interrogativi che per la verità Pantaleo Corvino preferisce cancellare in un colpo solo affermando quanto segue: «Ivanovic è un giocatore che abbiamo valutato, ma non è sicuro che arrivi a giugno. Lo abbiamo seguito come tanti altri, ma non esiste alcun impegno che rende sicuro il suo arrivo in estate».
Questa, quindi, la rigida presa di posizione della società viola, da accostare però al messaggio del manager del giocatore, pronto a scommettere (e a garantire) che l’accordo fra la Fiorentina, il Chelsea e Ivanovic è solo questione di giorni. Più esattamente, «entro i prossimi 10. Il ragazzo ha parlato anche con Kuzmanovic nei giorni scorsi e la destinazione è di gradimento».
Di vero, in tutto questo, ci sono i frenetici contatti fra le parti avvenuti anche e soprattutto nella giornata di ieri. Contatti che sono serviti per mettere a fuoco quello che potrà essere l’accordo con cui la Fiorentina arriverà all’ingaggio del difensore serbo. Si è parlato anche della bozza di un precontratto sul quale sarebbe già fissato il valore di Ivanovic: 12 milioni di euro. Cifra questa che vedrebbe la società viola versare al Chelsea 7 milioni in contanti «accompagnati» dall’intero cartellino di Da Costa che così, a giugno, anzichè rientrare a Firenze sarà dirottato a Londra. Pronto (o quasi) infine, il contratto da far sottoscrivere al giocatore: 5 anni in viola con ingaggio da «big».
Dettagli e indiscrezioni, queste, che confermano quanto la Fiorentina sia davvero vicina a Ivanovic. E che magari tengono ancora viva la possibilità che si arrivi a un accordo adesso (ma da concretizzare poi a giugno), realizzando così lo scenario che fino a due sere fa pareva il più facile da mettere a fuoco.