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LA LEVA CALCISTICA DEL '92

di Marco Gori

Cala il sipario sul Sudamericano Sub 20, dove trionfa il Brasile di Neymar, umiliando per 6-0 l’Uruguay. Terzo posto, e quindi niente Olimpiadi, invece, per l’Argentina di Rogelio Funes Mori, da tempo obiettivo della Fiorentina. L’attuale centravanti del River Plate avrà modo di rifarsi nei mondiali di categoria in programma in Colombia l’estate prossima, quando forse avrà già cambiato casacca. Chissà se sarà quella viola. I quotidiani argentini sostengono che nel mercato di gennaio l’offerta più alta presentata al club di Daniel Alberto Passerella sia stata quella del Benfica, corrispondente a oltre 10 milioni di euro, cioè poco meno di quanto richiesto dai Milionarios, ma che il trasferimento in Portogallo del giocatore sia saltato essenzialmente per la volontà di quest’ultimo di restare a Buenos Aires; il "Caudillo" –dopo aver confermato la propria fiducia nelle doti del 19enne di Mendoza nonostante la non brillante prova nel corso della kermesse peruviana- dichiara invece che nessuno si è spinto oltre i 7 milioni di dollari, e per quella cifra il giocatore non si muove. Siamo davanti ad una vera o propria asta o c’è qualcos’altro sotto? Che la Fiorentina sia stato uno dei primi club a muoversi sulla punta sudamericana è un dato appurato, se poi lo abbia davvero bloccato questo non lo sappiamo. Anche perché la parola “bloccare” nel mercato ha un significato relativo. Soprattutto quando si parla di Sudamerica, come insegna il caso Munoz, altro giocatore del sempre più potente Marcelo Simonian, così come lo sono lo stesso Funes Mori e Mario Ariel Bolatti. A proposito del “Gringo”, la sua cessione all’Internacional potrebbe aver raffreddato i rapporti tra il club gigliato e il River. Alla luce della gara di Palermo, tuttavia, tutto ciò ci preoccupa molto meno. Stiamo infatti parlando sempre di giovani promesse. E da quel punto di vista la Fiorentina non pare aver niente da invidiare a nessuno. Abbiamo ammesso ieri come l’assenza di Bacinovic si sia fatta sentire tra le file dei rosanero, e come, al di là del risultato finale, Josip Ilicic abbia messo più volte in crisi la difesa gigliata. Ci restano però impresse negli occhi le immagini di un Munoz che non ce la fa a fermare un giocatore di dodici anni più vecchio di lui e di un Camporese che corona la sua prova strepitosa segnando con la freddezza di un veterano. Il centrale pisano appartiene ad una leva calcistica, quella del 1992, che promette davvero grandi cose in casa viola. Chissà se nel corso di questa strana stagione, dalla Primavera di Renato Buso, non spunti anche qualche sorpresa per quanto riguarda l’attacco…Per ora abbiamo un solo rimpianto: che l’Italia non sia tra le sei nazioni che rappresenteranno il Vecchio continente nel mondiale colombiano. Ci sarebbe piaciuto vedere come se la sarebbe cavata "il nuovo Batistuta" contro "l’erede di Aldair"…