NUOVE E VECCHIE FRONTIERE
Nella giornata di ieri, e in parte in quella di oggi, si è parlato di un possibile approdo in maglia viola del centrocampista del Galatasaray, Elano, eventualmente nell’ambito di un’operazione che vedrebbe coinvolto Adrian Mutu. Non ci interessa sapere chi ha diffuso tale notizia, di sicuro avrà avuto i suoi buoni motivi per farlo. Ci preme ricordare che il giocatore, seguito in passato anche dal Milan, percepisce uno stipendio di oltre 2,5 milioni di euro all’anno. Il che significa in pratica che si tratta di un obiettivo quasi irraggiungibile per la Fiorentina. Spesso, quando si guarda a Paesi come la Turchia o la Russia, si pensa a campionati “di Serie B”; e se questo discorso può valere, almeno per ora, dal punto di vista dei risultati sportivi, perde totalmente consistenza da quello delle potenzialità economiche. Turchia, Russia, e in parte la Grecia, rappresentano ormai l'Eldorado del calciomercato. Non è un caso che il Panathinaikos fosse pronto ad offrire al nostro Per Kroldrup un biennale da 1,8 milioni di euro a stagione. Il panorama del calciomercato internazionale ormai da diversi anni sta cambiando. A Pantaleo Corvino è stato spesso rimproverato di non aver messo mai a segno un grosso colpo in Sudamerica. Il ds viola si è difeso ricordando di aver portato in Italia giocatori del calibro di Chevanton e Ledesma: "li ha portati in Italia, ma non a Firenze", si potrebbe obbiettare. Ma da quando ha messo a segno quei colpi, lo ripetiamo, il mercato è cambiato. I club di Argentina, Brasile e Uruguay sono diventati ormai delle “botteghe care”, care e poco affidabili, e presto lo saranno anche quelli di Paraguay, Perù e Cile. Gli acquisti di Hernanes e Pastore rappresentano in questo senso delle rare eccezioni. Lo stesso Corvino ha però rassicurato che gli orizzonti della Fiorentina sono assai ampi, non si fermano cioè all’area balcanica, dove, peraltro, il club viola ha sempre pescato bene. E quali potrebbero essere questi nuovi orizzonti del mercato gigliato? Un segnale in questo senso ce l’ha dato lo stesso Corvino, parlando della Svizzera. Un mercato, quello elvetico, dove i viola hanno piantato salde radici, così come ha fatto, ad esempio, l’Udinese. Un altro potrebbe essere, udite udite, quello della ricca Gran Bretagna. E in questo caso il “mago di Vernole” sarebbe un vero e proprio pioniere. Comunque vada a finire l’avventura di Artur Boruc in maglia viola, il suo acquisto è stato un vero e proprio colpo da maestro. Certo, si potrebbe dire lo stesso dei dirigenti che hanno portato in Serie A Boateng e Aquilani; ma qualcosa di simile Corvino lo aveva già fatto nel suo primo anno a Firenze: nel gennaio del 2006 approdò in maglia viola proprio quel Per Kroldrup di cui stavamo parlando poco fa; molti furono gli scettici, forse dimentichi del fatto che il difensore danese era stato, l’estate precedente, oggetto di una contesa a suon di milioni tra Milan e Everton. Kroldrup non sarà un campione, arrivò a Firenze con dei seri acciacchi, ma ormai da quasi 5 anni è uno che nella Fiorentina il suo lo fa sempre. Sia chiaro, non parliamo di giocatori “made in England”, che nel Belpaese hanno quasi sempre fallito: la Premier League, ma anche la Scottish League, sono delle vere e proprie multinazionali del calcio, dove giocano Francesi, Portoghesi, Cechi, Danesi e Polacchi, ma sono delle multinazionali in gran parte destinate al fallimento, nel senso stretto del termine. Che sia quello il nuovo bacino dove andare a pescare dei giocatori "da Fiorentina"? Giocatori che preferiranno, come ormai accade ai lavoratori di mezzo mondo, uno stipendio un po' meno alto ma sicuro, piuttosto che milioni di sterline che però non finiranno mai nei loro conti correnti?