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SI RICOMINCIA...

di Marco Gori

Non ci piace essere ripetitivi. Ma ci preme che certe cose siano estremamente chiare. Per noi, Pantaleo Corvino è un dirigente che, durante la sua permanenza a Firenze, ha fatto cose buone ed altre meno buone. Stop. Non abbiamo niente contro il dirigente salentino, così come non smaniamo per entrare nel novero dei suoi spasimanti. Non condividiamo l'atteggiamente di coloro che, dopo averlo addirittura considerato come il miglior direttore sportivo italiano, da un po' di tempo a questa parte lo giudicano scarso. Allo stesso tempo non siamo d'accordo con chi lo vuol difendere a prescindere. Perché se è giusto essere coerenti, in questa professione, così come nella vita di ogni persona intelligente, lo spirito critico è un elemento fondamentale. Bravo Corvino se prende Romulo, meno bravo se prende Bolatti. Tutto qui. Ma non è questo il punto. Tempo fa abbiamo reclamato la necessità che i compiti di Corvino fossero limitati al mercato. Anche nell'interesse dello stesso dirigente. Perché "costringerlo" a fare da parafulmine o addirittura da addetto stampa lo distoglieva dal suo compito principale, ovvero vendere e comprare giocatori. E ci pare che proprio da questa necessità siano stati dettati gli ingressi in società di Teotino e Guerini. Questo non significa che Corvino non abbia il diritto di fare le proprie esternazioni, ci mancherebbe. Ma lo deve fare con cautela. Certe dichiarazioni sulle offerte ricevute per Riccardo Montolivo rischiano di avere conseguenze negative sul mercato; perché è vero che i rapporti con la scuderia Branchini sono ormai già da tempo logorati, ma se si vuole davvero cedere il giocatore all'estero, si pensa di farlo senza il contributo del suo procuratore? E come ci si presenterebbe davanti alla piazza se poi Montolivo alla fine si trasferisse al Milan per pochi milioni di euro? Idem su quelle relative ai cosiddetti scontenti, sulle quali è già stato sufficientemente esauriente il nostro Marco Sarti. E lasciamo stare le considerazioni di carattere tattico, come quella su Ramirez, che ci ricorda vagamente quella utilizzata per giustificare il mancato acquisto di Pastore. Ripetiamo, non abbiamo niente di personale contro Corvino, e, ritenendo che non debba essere distolto dal proprio lavoro, figuriamoci se vogliamo gettare benzina sul fuoco in um momento cruciale per il mercato viola. Tanto tra meno di due settimane sarà la Fiorentina a dover rendere conto ad un'intera città. E, di conseguenza, lo stesso Corvino a dover rendere conto a chi di dovere.