UN PUZZLE COMPLICATO
Come abbiamo detto anche nei giorni scorsi, pur essendo sparita la parola "autofinanziamento" dal vocabolario usato abitualmente dai dirigenti della Fiorentina, è assai difficile ipotizzare un mercato dove la società viola possa investire a prescindere dalle operazioni in uscita. E non è solo una questione finanziaria. La rosa gigliata è falcidiata dagli infortuni ed è anche, a dirla tutta, abbastanza male assortita, ma resta comunque decisamente abbondante dal punto di vista numerico. Quello su cui dovrà lavorare Pantaleo Corvino è quindi un gruppo che deve essere giocoforza ritoccato, ma che, allo stesso tempo, non è facile modificare. Sono state date, forse con troppa faciloneria, per scontate delle partenze che scontate non lo sono affatto: il Torino, ad esempio, non sembra più interessato a Cristiano Zanetti, i cui agenti, ad onor del vero, da tempo smentiscono che il loro assistito voglia cambiare aria; da Francia e Spagna non giungono più notizie riguardanti Mario Bolatti; le voci che vorrebbero lo Zenit San Pietroburgo su Felipe non trovano al momento conferma; la situazione di Babacar resta in stand-by in attesa dell'incontro tra Corvino e gli agenti del giovane attaccante; infine, Papa Waigo ha molti estimatori ma per il momento nessuno di essi pare essersi mosso concretamente. Restiamo dell'avviso che nella prossima sessione di mercato la Fiorentina non starà certo a guardare, ma la strada che attende Pantaleo Corvino appare sempre più in salita. Mai come stavolta il ds gigliato dovrà dare il meglio di se': del resto, lui stesso ha ammesso che il bravo dirigente lo si vede più nel vendere che nel comprare. E questa è una dote che ha spesso dimostrato di avere e che gli è stata altrettanto sovente riconosciuta. A lui dimostrare di avere ancora molte frecce nel proprio arco.