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AMORUSO, Lo sciopero non risolve il problema

di Redazione FV
Fonte: tmw

Lorenzo Amoruso, ex difensore centrale di Fiorentina e Rangers Glasgow, è uno dei giocatori che nel 1996 ha partecipato all'unico "stop" dei calciatori. Uno sciopero che accomunava molte nazioni, come confermato dallo stesso giocatore ai nostri microfoni: "Questo scioperò è molto limitato rispetto al nostro, perché non siamo stati solo noi a essere scesi in campo, ma anche altri paesi visto che riguardava la legge Bosman. La nostra azione è servita, visto che abbiamo ottenuto dei vantaggi e ha portato dei frutti. Queste cose però hanno bisogno di tempo per essere metabolizzate, con uno sciopero e basta non si risolve la situazione. Non credo si possa farlo a tempo indeterminato, secondo me era prima necessario dialogare e poi agire". Amoruso poi parla dei punti dello sciopero: "Non condivido il discorso dei premi e del tetto massimo. Ogni società non può uniformarsi, ci sarà un presidente che mette un tot di premi. Non c'è un termine di paragone uguale per tutti, un premio per un attaccante è diverso rispetto a quello di un difensore, a maggior ragione anche da un difensore. E' importante avere dei tetti, ma non comuni: ogni società deve deciderlo e rispettarlo. Un'altra cosa è l'argomento medico: mi sembra giusto che un giocatore possa rivolgersi a un medico di fiducia, ma è anche giusto che il costo non gravi sulle casse della società. Io ho pagato a caro prezzo quando, nel 1997, fui operato dal medico dei Rangers e fui costretto a rimanere fuori per dieci mesi, magari avrei preferito il mio. Posso dire che, però, il giocatore è un capitale della società ed è giusto che il club abbia una sua équipe di riferimento a livello medico. Anche perché alcuni giocatori a volte sono invogliati a farsi curare dai medici consigliati dai propri procuratori".