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BORGONOVO, Cassano-Pazzini come la B2

di Redazione FV

Intervista esclusiva della redazione di Tutto Napoli a Stefano Borgonovo, ex centravanti di Fiorentina e Milan. Oggi, l’ex giocatore della nazionale, colpito dalla Sla, è un esempio per tutti: ha rinunciato alla privacy mettendo la sua immagine al servizio del prossimo. La malattia può averlo segnato nel fisico, ma il suo sorriso è una porta aperta sulla speranza: debellare la Sla, la “stronza” come la chiama lui, supportando la ricerca con attività di richiamo sociale e con la gioia di vivere. Stefano si esprime attraverso un sintetizzatore vocale collegato ad un computer e continua a dedicarsi alla sua scuola calcio seguendo, quando gli è possibile, le sue squadre a bordo campo, in carrozzina. Con la moglie Chantal si occupa della Fondazione Borgonovo, con l'obiettivo, tra gli altri, di elargire contributi e rendite per l'assistenza domiciliare ed ospedaliera a favore dei malati di sclerosi laterale amiotrofica (SLA) nonchè il sostegno anche psicologico dei loro familiari”. (http://www.fondazionestefanoborgonovo.it). La redazione di Tutto Napoli ringrazia di cuore Stefano e la sua splendida famiglia (in particolare la signora Chantal) per aver concesso l’intervista.

Ciao Stefano, innanzitutto grazie per la disponibilità…

“Un saluto a voi”.

Tredicesima di campionato appena archiviata. Ancora presto per i primi bilanci? Le sue prime impressioni…

“Si vede subito che l'Inter è la squadra da battere, le altre si equivalgono. Per quanto riguarda la Juventus, mi dispiace per voi napoletani, ma Ferrara secondo me ha peccato di inesperienza e un po’ di presunzione”.

Lei, a Firenze, formava con Roberto Baggio la famosa “B2”, coppia gol delle meraviglie. Cassano-Pazzini, Mutu – Gilardino o quale altra coppia si avvicina di più per caratteristiche alla vostra? E di Lavezzi - Quagliarella cosa ne pensa?

“Cassano-Pazzini secondo me è la coppia che meglio ricorda il tandem Baggio-Borgonovo. Lavezzi, non è un fuoriclasse, ma un buon giocatore. Quagliarella mi piace molto: ha dei colpi incredibili”.

Fiorentina e Milan le squadre in cui ha militato negli anni d’oro del Napoli di Maradona. E’ noto il suo legame viscerale con la piazza toscana, ma con i meneghini ha vinto una Coppa Campioni, una Intercontinentale e una Supercoppa Europea. Dovendo scegliere una delle due, in senso assoluto, cosa direbbe? In altre parole, quando c’è Fiorentina – Milan, quale risultato auspica?

“Sono legatissimo ed affezionato ad entrambe le società, per cui dico che il mio risultato perfetto è 0 – 0. Un punto a testa e tutti contenti”.

Lippi – Cassano. I senatori azzurri con il tecnico, tifosi ed opinione pubblica maggioritaria con il fenomeno di Bari vecchia. Lei, ex giocatore della Nazionale, da che parte sta?

“Cassano. A vita…”

Diverse le correnti di pensiero sull’importanza di un tecnico per una squadra e per la carriera di un singolo calciatore. Il miglior tecnico per Stefano Borgonovo: un nome e quali le caratteristiche imprescindibili per un allenatore di spessore.

“Eriksson per un verso, Sacchi per un altro, Agroppi per un altro ancora...Mi piace ricordare Burgnich come tecnico e come una grande persona. La qualità imprescindibile per un allenatore è la sincerità”.

Roberto Baggio, fuoriclasse come pochi. Al di là della vostra amcizia, è il miglior talento italiano degli ultimi trent’anni? Carriera strepitosa a prescindere, ma senza infortuni cosa avrebbe potuto fare di più il geniale fantasista di Caldogno?


“Dico solo, e questo credo possa bastare a far capire tutto, che Roberto è il più forte giocatore in assoluto degli ultimi 40 anni insieme a Van Basten e Maradona”.

Il calcio è la passione degli italiani. La Sla (sclerosi laterale amiotrofica) è la minaccia del calcio…

“No! Mi rifiuto di pensare che la Sla sia una malattia del pallone. Il mondo del calcio stesso aiuterà, insieme ai ricercatori, a dare un calcio nel culo alla stronza” (la Sla, ndr).

Morti sospette e non ultima, senza confondere le patologie, quella di Stefano Chiodi. Ciclismo, calcio, atletica…Doping dilagante. Nessuna generalizzazione, per carità, ma la vera “patologia” dell’uomo sembra essere il “risultato a tutti i costi”. Per non parlare della bramosia di denaro, di successo, e dei personaggi che ruotano intorno agli atleti per “manovrarli” a fini di lucro…

“Beh, non mi dici delle novità, il problema è l’uomo che fin dalla notte dei tempi pensa sempre di fregare (“metterlo nel c**o”, ndr) chi gli stava davanti”.


Sperando di non essere invadenti o indelicati, saremmo felici di conoscere, per il bene di tutti, il pensiero di Borgonovo sul doping. In tal senso, ci sono nell’arco della sua carriera, compresi gli inizi, episodi o situazioni sospette che magari l’hanno coinvolta in maniera inconsapevole e che ora, a distanza di tempo, Le fanno sorgere più di qualche dubbio?

“Che dire…Quando non si trovano le soluzioni ai problemi, come nel caso della SLA, conviene attaccare la visibilità che il calcio ha. Io avevo il doping giusto come del resto i miei colleghi...Che è la passione per questo sport”.

Zeman, tra i primi a lanciare l’allarme, dichiarò: “il calcio deve uscire dalle farmacie”…I fatti gli hanno dato ragione. Doping, calciopoli…Come si potrebbe ripulire il calcio, ma in generale quali i valori da cui ripartire per dare speranza ad una società civile evidentemente disorientata.

“Il boemo è un grandissimo allenatore. In generale dico che i veri valori si possono rintracciare in una famiglia sana. Sarà fondamentale per le nuove generazioni tornare ad avere riferimenti importanti”.

13 dicembre 2009: la Fondazione Borgonovo compirà un anno. Lei e sua moglie Chantal in prima linea per aiutare la ricerca… Quali i consigli ai giovani aspiranti calciatori.

“Il nostro obiettivo è trovare fondi per finanziare la ricerca. Amo il calcio e ai giovani dico che giocare a pallone o fare altri sport è il modo più bello per vivere la vita che abbiamo: non sporcatela!”.