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CORVINO, Montella può aprire un ciclo. In futuro...

di Redazione FV

"Ho visto tante partite, la voglia di non sentirti lontano ti porta a vedere calcio, ad aggiornarti, informarti. Per essere sempre pronto e per farti sempre una cultura personale migliore". Pantaleo Corvino ha ancora voglia di calcio. Di calcio ad alti livelli. La carriera parla per lui, ma non è ancora tempo di mettere in soffitta macchina, telefono e occhio. L'occhio di chi ha individuato diversi talenti e ancora vuole stupire, proprio come qualche anno fa. "Ma il futuro - dice Corvino a TuttoMercatoWeb - non dipende mai solo da quello che vorresti fare tu, bensì anche da ciò che ti viene prospettato. La passione e la voglia però, non mancano mai".

Che serie A vede da fuori?
"Diversa. Più povera di valori, ricordo che la Fiorentina arrivava quarta. Ma giocavamo contro la Juventus di Moggi e Trezeguet, l'Inter di Mourinho e il Milan del primo Kakà e di Seedorf, Maldini e Costacurta. Oggi questi valori ci sono?".

No. Cosa farebbe per migliorare il nostro campionato?
"Quello che ho sempre fatto: miscelare le qualità in base alle potenzialità del club in cui sto".

Grande protagonista a Torino, quasi snobbato da qualcuno a Firenze. Alessio Cerci adesso è un uomo mercato di spessore.
"Il trio d'attacco della mia ultima Fiorentina era Cerci, Gilardino fino a gennaio e Jovetic. A centrocampo avevo Behrami, Montolivo e Lazzari. Ma era finito un ciclo e quando si verifica questo tante cose vengono alterate".

A proposito di Jovetic, potrebbe tornare in Italia. Come lo giudica?
"È stato infortunato, ma quando ha giocato ha fatto bene e parecchi gol. Un giocatore se va da una parte ha delle aspettative, si aspetta di giocare sempre. Ma quando è stato impiegato ha dato il massimo lasciando anche il segno. Poi la valutazione è soggettiva e tocca ad ognuno di noi decidere se è meglio fare il Papa a Roma oppure il parroco a Brescia".

E Ljajic? Alla Roma poche partite da titolare, ma quando è entrato ha dato il suo contributo.
"Non ha giocato da titolare fisso, ma in un grande club, una squadra che sta dimostrando grandi cose ci può stare. Ljajic è un giocatore importante, si alterna con altri calciatori importanti".

Delio Rossi: anni importanti tra Lecce, Lazio e Palermo. Poi la Fiorentina e la Sampdoria, due esperienze non esaltati. Tornerà protagonista?
"L'ho avuto a Lecce e alla Fiorentina. Nella carriera di un allenatore ci sono momenti positivi e negativi, è un ottimo allenatore".

Neto e Romulo protagonisti: uno a Firenze, l'altro a Verona. Due sue scoperte.
"Sono contento. Neto, Romulo, Ljajic, Seferovic, Nastasic, De Silvestri... erano tutte alternative dell'ultima squadra che ho lasciato".

Che Fiorentina vede nel futuro?
"In sette anni siamo stati una delle squadre che ha fatto più punti e ottenuto tanti successi. Mi auguro che possa fare meglio di quello che ho fatto io".

Montella l'uomo giusto per un ciclo come il suo con Prandelli?
"È un allenatore che si sta dimostrando molto bravo, intelligente. Un tecnico coraggioso e coerente"

Chiusura d'obbligo su Fabrizio Miccoli: a Calcio2000 ha dichiarato che si è sentito preso in giro da lei perché non è rimasto alla Fiorentina dopo alcune promesse non mantenute. Cosa risponde?
"Considero Miccoli ancora un calciatore. Ragiona ancora da calciatore. Mi auguro che un giorno capisca ciò che non sta capendo adesso. Pensavo che potesse dirmi grazie non solo perché è andato al Benfica ma anche per altre cose, per quello che ho fatto per lui. Quando sei in comproprietà sai che corri il rischio di andare alle buste. Pensavo di tenerlo, invece lo persi per 200.000 euro. L'anno prima alla Fiorentina pagò 7 milioni di euro. All'inizio la Juve mi disse che era disposta a rinnovare la comproprietà, poi cambiò idea. E alle buste lo persi per una lieve differenza economica. Ciò che mi preme sottolineare è che non l'ho mai preso in giro. Non mi aspettavo le parole che ha detto, davvero...".