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IACHINI, A volte facevo parlare Ribery pre-match

di Redazione FV

A margine dell'evento Palermo Football Conference al Torre Ulisse Club di Carini, Beppe Iachini ha parlato della sua ultima esperienza alla Fiorentina. Queste le sue parole raccolte da TMW: "L'avventura a Firenze è stata bella, ci ero stato da giocatore e ci sono tornato da allenatore. Ho trovato una squadra in difficoltà, non potevo fare troppi fronzoli ma dovevo portare a casa punti. Quando subentri le cose sono diverse, devi riportare fiducia. Piazze come quella di Firenze hanno molta pressione. Siamo arrivati decimi nella prima stagione, partendo dal terzultimo posto, poi sono stato confermato perché il mio lavoro è stato valutato come ottimo. Ho valorizzato alcuni giocatori, Chiesa è stato ceduto a 60 milioni, Vlahovic era solo un ragazzo e anche Castrovilli ha iniziato a crescere".

Come è stato allenare Ribery?
"Franck è un grande campione e un grande uomo, è stata una bella esperienza. C'è stato anche qualche screzio ma è normale, per il bene della squadra. Abbiamo un grande rapporto con lui, umano e professionale. Questi giocatori sanno dare sempre un apporto importante, anche per i compagni. Hanno sempre la parola giusta nel momento giusto. A volte lo facevo parlare prima della gara e quando diceva le sue parole pesavano sempre. Metteva nel discorso anche valori umani e morali, come famiglia e figli. C'è differenza tra grandi giocatori e campioni".

Si arrabbia quando la definiscono un difensivista?
"Ripeto, quando arrivi non è semplice. Con le mie squadre ho fatto alcuni record, come a Palermo, e ho sempre valorizzato anche gli attaccanti, come Dybala e Belotti. Nasco mediano e morirò mediano, nella cultura magari sono visto come un difensivista. Conta però soprattutto il risultato e bisogna badare al sodo, chiedendo ai giocatori le cose che sanno fare meglio. Devo aiutare i miei giocatori e far guadagnare le società".

Quanto è stato vicino al Cagliari?
"Ci sono state delle possibilità in questi primi mesi, il Cagliari era una di quelle ma poi è successo altro. Intanto guardo le partite, mi aggiorno, poi vedremo. Ho anche rifiutato qualcosa, avevo opportunità in Italia e all'estero. Dispiace che Ronaldo e Donnarumma siano andati via, è un peccato per il calcio italiano. Ai miei tempi i migliori erano qui, Maradona e Zico per esempio. Questo ci deve far riflettere, anche guardando ai settori giovanili".

Quanto incide la sintonia con un direttore sportivo in un club?
"Tanto, è la base del lavoro e di ciò che si può portare avanti insieme. A volte ci possono essere vedute diverse, l'importante è che ci sia sempre rispetto. Sul mercato dico che un direttore sportivo vorrebbe sempre accontentare l'allenatore, conta la condivisione ma le situazioni a volte sono imprevedibili, con procuratori che a volte preferiscono mandare un giocatore da una parte rispetto che da un'altra. Poi alla fine contano tanto anche i soldi messi a disposizione".