MELANI, Antognoni scelga ruolo operativo: merita...
Renzo Melani, allenatore, ds e grande talent scout ha parlato di vari temi a Tuttomercatoweb.com, tra cui la Fiorentina, della quale è stato dirigente ai tempi di Cecchi Gori. Di seguito le sue dichiarazioni:
Che idea si è fatto della Fiorentina, a partire dalla vicenda Gattuso fino ad arrivare alla scelta di Italiano?
"Non sono al corrente dei movimenti interni, parlo da tifoso. Quando i procuratori prendono un grande spazio all'interno del movimento e della società si possono creare delle situazioni non piacevoli perché ci sono di mezzo giocatori. Visto anche le persone che hanno composto questo giro, viene da pensare che qualche frizione sia stata a causa del mancato acquisto di giocatori".
Come giudica la scelta di essere passati da Gattuso a Italiano?
"Me lo ricordo bene come giocatore, un regista. E' un allenatore dei più recenti, ha avuto successo, ha fatto un grandissimo lavoro a La Spezia perché salvare i liguri anno scorso era difficile e lui c'è riuscito. Le credenziali sono ottime, ma Firenze è una piazza particolarissima e anche Italiano dovrà impegnarsi molto per uscirne vivo (ride, ndr), però l'appoggio della società che mi pare compatta e la benevolenza dei tifosi inizialmente, potrebbe permettergli di essere un personaggio giusto per la Fiorentina".
Dovrà essere protetto dalla società nei momenti difficili?
"Assolutamente perché altrimenti diventa un problema. A Firenze siamo fatti così, guelfi e ghibellini, c'è sempre qualcuno che è contro... Non lo conosco Italiano come individuo, però se la società lo ha scelto e lo protegge fino alla fine ha le carte in regola per poter fare bene, poi vediamo".
Come giudica la struttura societaria della Fiorentina?
"Mi ha stupito l'ingresso di Burdisso, non tanto perché non sia valido, anzi è uno che ha lavorato al Boca Juniors, che conosce tutto in Sudamerica e che, anche ai tempi dell'Inter, era un uomo molto inserito... Vediamo. Principalmente il fatto che Pradè sia stato il primo ad essere confermato mi ha colto di sorpresa se devo dire la verità. Pensavo tutto un altro movimento, ma sapranno loro perché hanno fatto questa accoppiata".
Perché è rimasto sorpreso da Burdisso?
"Era in Sudamerica, in Argentina, non si parlava dell'Italia, di niente. Mi sembrava un po' fuori dai nostri giri. Chi lo conosce mi dice che è uno di valore, che conosce l'ambiente, che si sa districare bene nei movimenti di mercato. Poi vediamo perché in Italia è un po' differente".
Che idea si è fatto su Antognoni?
"Conosco bene Giancarlo, è una bravissima persona, eccezionale e quindi sono convinto che la Fiorentina non possa fare a meno di lui, per quello che ha dato e per la conoscenza che ha. Io fossi in lui sceglierei un ruolo operativo all'interno della società, non mi accontenterei di fare l'uomo immagine o quello che si fa le foto con il presidente. Io vorrei un ruolo operativo, scegliere un ruolo e a quel punto la società dovrebbe quasi essere obbligata a darglielo perché ha assolutamente le possibilità di poter fare bene. Finora non è stato sfruttato, è stato preso come salvaguardia della situazione, ma non ha mai avuto incidenza. Non è mai stato messo nelle condizioni di poter operare attivamente. Leggo che si sarebbe interessato di mercato ai tempi di Cecchi Gori, ma non è vero. Siccome lui non è uno che si fa largo con i gomiti, che sbraccia, ma una persona troppo gentile ed educata, gli direi di farlo, scegliere un ruolo e comunicarlo. Altrimenti viene sballottato dal presidente o dal primo che arriva, che non sa cosa ha fatto per la Fiorentina o che, se lo sa, lo conosce alla lontana. Antognoni merita rispetto e non di essere messo a fare l'uomo immagine".