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PASQUAL, Situazione gestita in modo paradossale

di Redazione FV

Ex capitano della Fiorentina ed ora consigliere dell’AIC, Manuel Pasqual, intervenuto a TMW Radio all’interno della trasmissione “Stadio Aperto” parla della controversa gestione del calcio in queste settimane di emergenza Coronavirus.

Qual è il tuo punto di vista sull’emergenza Coronavirus?
“Noi dell’AIC avevamo proposto da diverso tempo di bloccare tutto perché i calciatori, come tutte le persone, sono a rischio contagio essendo a contatto con molta gente. Ci sono stati diversi casi nel calcio e per questo ci vuole un emendamento adatto, è stato paradossale come si è gestito la situazione. Nonostante il decreto che limita gli spostamenti di tutti nelle zone rosse si è fatto viaggiare le squadre per andare in trasferta, è assurdo. La volontà dei calciatori era quella di non scendere in campo e ovviamente di non andare in trasferta. Devo comunque fare i miei complimenti ai calciatori che stanno vivendo un momento di assoluta incertezza facendo i salti mortali anche per evitare di contagiare le persone care, anche se la categoria che va più supportata è quella degli operatori sanitari che stanno facendo di tutto per arginare il virus”.

Qual è stata la reazione dell’AIC al comunicato della Lega della Serie A di ieri?
“Una lega che manda in giro centinaia di persone in giro per l’Italia mi sembra una cosa ridicola. Non so come funzionano gli accordi per i diritti TV, ma penso che comunque gli oneri da rispettare per la Lega siano stati decisivi ai fini della scelta di giocare le partite di ieri. In ogni caso la situazione in Italia è troppo grave per far decidere solo ai giocatori, deve essere il governo o la Lega a dire stop. Nel comunicato del CONI c’è una richiesta allo stato di fare i giusti emendamenti. C’è uno scarico delle responsabilità tra le varie istituzioni che non fa bene a nessuno. Nel momento in cui c’è un decreto che limita al massimo il contatto tra persone, non ha senso continuare con il calcio che è uno sport da contatto”.

È possibile dire che c’è la possibilità di chiudere il campionato spostando l’Europeo giocando nei mesi estivi?
“Per un problema come questo, per forza. È il nostro lavoro quello di giocare e di portare al termine la stagione. Ora il problema riguarda l’Italia ma i casi stanno aumentando in tutta Europa e l’idea di spostare gli Europei non è così assurda anche se è difficile dire come sarà la situazione in estate”.

È corretto attendere una decisione dall’Unione Europea o la UEFA dovrebbe anticipare i tempi e mettere mano alla situazione?
“Dovrebbe mettere mano la UEFA in questa situazione d’emergenza. Non so come faranno a gestire la situazione visto che, per esempio, le nostre squadre ancora impegnate nelle competizioni in teoria non potranno allenarsi fino al 3 di aprile. È una situazione drammatica, non si sta riuscendo a tenere a casa gli italiani figuriamoci a gestire queste cose. In momenti di panico molte volte non si riesce ad essere razionali”.

È difficile giocare a porte chiuse?
“A livello di concentrazione è difficile perché il pubblico sin dal giro di campo incomincia a coinvolgerti. Può sembrare la partitella del giovedì però i veri professionisti sanno trovare il giusto focus per affrontare al meglio la sfida”.

Si è molto discusso il potere singolo che hanno i club all’interno della Lega Calcio e qualcuno ha proposto l’introduzione della figura del commissioner, pensi che potrebbe essere una soluzione funzionale?
“Potrebbe essere una soluzione anche se una figura terza prenderà sempre delle decisioni che andranno a vantaggio di alcune squadre e svantaggio di altre. Il modello inglese dovrebbe essere il modello di riferimento per migliorare il campionato per esempio per quanto riguarda la suddivisione dei diritti televisivi. Prendendo spunto dalla Premier League potremmo avere dei campionati sempre più avvincenti”.