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PRANDELLI, Il mio Fio-Juv: una gara davvero a sé

di Redazione FV
Fonte: di A.Gia. per I' Grillo Fiorentino

L'ex tecnico della Fiorentina e della Nazionale italiana Cesare Prandelli ha parlato della sfida di domenica tra Fiorentina e Juventus al mensile I' Grillo Fiorentino. Queste le sue impressioni sulla gara di domenica e sulle "sue" personali sfide tra viola e bianconeri

Mister, dopo tante stagioni a Firenze, ha capito qual è il valore della sfida contro la Juventus per questa città?
“Non penso basterebbe un libro intero per elencare i sentimenti e le emozioni che questa gara provoca tra i tifosi viola. Basti pensare solo ad un fatto: gli allenatori che arrivano qui, come potevo essere io anni fa, come lo è stato Montella ed adesso Sousa, sanno perfettamente che stando a Firenze entrano a far parte di un modo dichiaratamente anti-juventino. Senza se e senza ma. Fin dai primi giorni, la città ti fa capire che la gara dell’anno è quella contro i bianconeri e la tensione psicologica si avverte subito quando ci si avvicina a questa partita”.

Forse non serve nemmeno caricare la squadra per un match così…
“Esatto, Fiorentina-Juve è una partita che si prepara da sola. Più mentalmente che tatticamente. Anzi, se proprio devo dirla tutta spesso servirebbe stemperare un po’ la tensione in città per evitare brutti scherzi poi quando si va in campo. Ma per fortuna nel corso della mia gestione abbiamo sempre fatto bene coi bianconeri”.

Se ripensa alle vigilia dei suoi Fiorentina-Juve da allenatore cosa le viene in mente?
“Ricordo ancora la carica che ci trasmetteva la gente prima e dopo ogni allenamento della settimana che portava alla gara coi bianconeri. Ci veniva chiesto, ancora prima di vincere, di dare tutto sul campo. Di uscire dal terreno di gioco anche con un ko ma con la consapevolezza di aver dato davvero tutto. Penso che l’atmosfera che poi si respira al franchi nel giorno della partita sia qualcosa di unico e significativo perché più che l’aspetto sportivo entra in gioco quello psicologico ed umano. Le partite con la Juve sono principalmente gare di nervi, solo dopo di pallone”.

Invece da ex bianconero che ricordi ha di quando veniva in trasferta a Firenze con la Juventus?
“Negli anni ’80 Firenze rappresentava già la trasferta più temuta e “pericolosa” dell’anno a Torino. Sapevamo del catino infernale che ci attendeva al Franchi e per questo ogni partita contro la Fiorentina era la più difficile di tutte. Quando sono stato a Firenze, ogni volta che affrontavo la Juve cercavo di ricreare tra i tifosi lo stesso fortino inespugnabile a livello di tifo e sotto questo aspetto i nostri sostenitori hanno sempre risposto presente”.


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