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A NAPOLI LIMITI E SPERANZE: IL CAMPIONATO ORA È INIZIATO… A GENOVA ASPETTIAMO PJACA. VERETOUT DEVE STUDIARE DA PLAY

di Mario Tenerani

Partita strana quella di Napoli, senza orpelli, pochi svolazzi, nessuna concessione allo spettacolo, ma alla fine la Fiorentina ha perso ed è ciò che resta. La prima sconfitta viola dopo due prestazioni convincenti. Era da mettere in preventivo perché il Napoli al termine del campionato potrebbe avere 30 punti più della Fiorentina, i valori sono valori, punto e basta. Ma lo sviluppo della partita ha detto altro: è vero che la squadra di Ancelotti ha fatto qualcosa in più dei viola, però nulla di eccezionale. Con più attenzione e soprattutto più voglia di fare risultato, la Fiorentina avrebbe portato a casa un pareggio. E’ anche vero che gli errori si producono per tante ragioni e fanno parte della differenza che c’è tra una squadra e l’altra. Nel merito di una vittoria c’è anche la capacità di sbagliare meno degli altri.

Il secondo tempo viola è stato più remissivo, c’è stato più campo per il Napoli. Ha ragione Pioli quando dice che è inutile essere i migliori a recuperare palla quando poi si commettono sbagli di misura o di troppa precipitazione, cioè mancanza di ragionamento nel momento in cui bisogna ripartire. E’ capitato spesso al Napoli, addirittura anche in occasione del gol di Insigne, una somma di cose sbagliate: prima Hugo che non sfrutta il vantaggio del contropiede e dà palla al Napoli, quindi il movimento di Edimilson che va dalla parte opposta, poi la libertà concessa a Milik al limite dell’area e infine Pezzella poco reattivo sulla punta del Napoli. Tutto, insomma, è cominciato con la falsa ripartenza di Hugo. Il brasiliano, però, al netto di questa leggerezza aveva disputato una buona gara. 

Detto che al calcio si può giocare in tanti modi, anche senza un metronomo, a Napoli la mancanza di un regista si è notata piena. Chi se non lui avrebbe dovuto respirare per un istante e poi aprire il gioco laddove i compagni si lanciavano nello spazio? 

Ma la scelta ormai è stata fatta a giugno, inutile tornarci sopra. Adesso tocca a Veretout giocare in quella posizione, naturalmente con le sue caratteristiche: un po’ mediano, un po’ regista, un po’ diga. Il transalpino si è messo completamente a disposizione di Pioli, solo che ha bisogno di tempo per prendere confidenza con quella posizione. Tanto non ci sono alternative: tra tutti i centrocampisti quello che sembra più adatto è proprio Veretout. Edimilson è una mezzala, Gerson pure. Benassi va benissimo per gli inserimenti, Dabo è ottimo a distruggere, ma ha difficoltà nell’amministrare la palla. 

La Fiorentina è una squadra giovane, la più verde del campionato, quindi abituiamoci alle montagne russe della discontinuità. Gli errori spesso sono peccati di gioventù, questi sono i limiti evidenziati anche a Napoli. Le speranze invece intraviste al San Paolo ci riportano soprattutto al primo tempo quando la Fiorentina ha dato la sensazione di giocarsela e anche di poter provare a vincere. In quella frazione abbiamo notato una certa personalità svanita nella ripresa. Pioli poteva fare cambi migliori? Magari Pjaca poteva entrare prima. Così non è stato, ma è verosimile che a Genova il croato parta titolare. Ora tocca a Marko e al suo talento. 

In fin dei conti il campionato è iniziato solo adesso… La Fiorentina ha fatto il proprio dovere contro due formazioni più deboli e ha battuto la testa contro una delle grandi (l’anno scorso il Napoli ha totalizzato 91 punti). Tutto regolare, dunque, ma per fortuna ha 6 punti in classifica e una gara da recuperare tra poche ore a Genova. La Samp è sullo stesso gradino dei viola, sì, sarà uno scontro diretto. Almeno per chi nutre speranze di ultimo posto europeo.  A  Marassi attendiamo una bella risposta dalla Fiorentina.