ABBRACCIAMO GLI EROI DEL ’69: MEZZO SECOLO DALL’ULTIMO SCUDETTO, TRA EMOZIONI AMARCORD E FLASH MOB. COL MILAN VIETATO FALLIRE. MONTELLA INSEGNA: SERVE PROGRAMMAZIONE
Era una domenica di primavera, una domenica italiana di pane e pallone, in un’Italia alle prese con i vagiti di una generazione che chiedeva il cambiamento. Di lì a poco sarebbero arrivati anni bui, di piombo e sangue, ma quella Fiorentina così giovane e forte era il miglior spot dell’età verde. Era la domenica di Chiarugi e Maraschi, di De Sisti e Merlo, di Ferrante e Rogora, di Esposito e Amarildo, di Brizi, Mancin e Superchi. Di Pirovano, faro dello spogliatoio, e di tutti quegli uomini formidabili anche, per inciso, ottimi calciatori. E di Pesaola, il Petisso, che fumava più di una cucina economica, ascoltava Gagliardi e dispensava saggezza. Era una domenica del villaggio viola con la Fiorentina al centro della piazza. Stadio Comunale di Torino, Juventus-Fiorentina 0-2, il risultato perfetto per ogni fiorentino. Sul tabellino dei marcatori al 48’ Chiarugi, al ’69 Maraschi. Era una domenica tricolore, col giglio accanto allo scudetto.
Oggi sono 50 anni da quella domenica infinita, mezzo secolo di Fiorentina tra lacrime e gioie, dolori lancinanti, festeggiamenti, fallimenti, cadute e resurrezioni, tre coppe Italia e un Supercoppa italiana, ma nessun scudetto. Dopo 13 anni a Cagliari il 16 maggio ’82 ci fu lo scippo bianconero, altrimenti gli eroi del ’69 avrebbero passato volentieri il testimone ai loro fratelli minori. Mezzo secolo senza tricolore e chissà quanto tempo ancora dovrà passare, verificando la tristezza attuale e la stagnazione di ogni ambizione. Abbracciamoli tutti gli eroi viola e ringraziamoli per sempre. Oggi il Franchi tributerà loro un lunghissimo applauso e poi sarà partita.
Non ci sono alternative per la Fiorentina: servono punti, vietato fallire. Dal pareggio in sù va bene tutto. Assenti Pezzella e Veretout (il francese squalificato dopo la sceneggiata inutile di Empoli), gli altri devono giocare e molto bene per riscattare le ultime prestazioni e una classifica da piangere. Un punto per la salvezza matematica e poi di volata a chiudere una stagione fallimentare nel metodo e nel merito. Montella, parlando del Tottenham, ha rilevato come sei undicesimi più Pochettino fossero già presenti ai tempi in cui i suoi viola eliminarono gli inglesi. “Si costruisce col tempo, ma in Italia c’è fretta e questo non aiuta a esprimere il massimo”. Insomma, messaggio per i naviganti. Ha ragione Vincenzo, nessuna chiosa al suo discorso.
Sarà un sabato particolare, tra amarcod scudettati e flash mob della Fiesole insieme all’ATF. Nel salotto buono di Firenze gli ultrà protesteranno civilmente contro la proprietà, spostando il fronte del dissenso dal Franchi al cuore della città, per lanciare un altro segnale. Il livello dello scontro si alza ancora, il clima è sempre più teso. Sono passati 50 anni da quella domenica tricolore, lo stomaco si stringe e se la nostalgia prende il sopravvento significa che il presente è vuoto e il futuro una traiettoria solo da immaginare.