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ALLA RICERCA DEL BOMBER ‘AMBIZIONE’ PER PENSARE IN GRANDE, COME MI DICEVA SCONCERTI

di Stefano Prizio

Come fede speranza e carità sono le tre virtù teologali, alla Fiorentina che vive il crepuscolo del ’22 e s’affaccia a breve all’alba del 2023, manca Ambizione, ma non come quell’Amalgama che Angelo Massimino, antico presidente del Catania, s’era messo in testa di comprare al calciomercato.
Manca quell’afflato, quell’empito a fare grandi cose, a raggiungere prestigiosi obiettivi sportivi, manca l’ispirazione a vincere e quella è solo Commisso che la può cercare in se stesso.
La Fiorentina di Rocco Commisso è una società più che sana nei bilanci, col presidente dal patrimonio personale più cospicuo della serie A, ha un organico già competitivo, con alcune lacune evidenti, come la prolificità del reparto avanzato, la quale lascia a desiderare, ha persino in rosa il centrocampista di contenimento più apprezzato del mondiale in Qatar appena terminato, quell’Amrabat che infatti i club europei davvero ambiziosi tentano già con offerte allettanti, ma il giocatore è viola, almeno finchè la Fiorentina non scelga di mortificare i propri sogni di gloria per i meschini trenta denari ( che poi son milioni in valuta euro).
Se l’obiettivo personale del ricco padrone era ottenere buone performance di bilancio, più indicato sarebbe stato comprarsi una banca, un’assicurazione, una società quotata in borsa, una grande azienda di produzione di beni di consumo.
Comprarsi un club calcistico presupporrebbe l’anelito di vittoria e attraverso questa, poiché il pallone è epico, l’entrata nella memoria, nella Storia, ma si dirà in fondo c’è il centro sportivo, il faraonico impianto che si sta realizzando in quel di Bagno a Ripoli, epperò il centro sportivo se non è legato a doppio filo alla brama di risultati sportivi, resta un’opera immobiliare fine a sé stessa, utile solo ad aumentare il valore della società ai fini di una futura rivendita, viceversa l’unico modo per giocarsi qualche chance di aumento dei risultati sportivi, è investire con mezzi e competenza sul comparto sportivo laddove si sono evidenziate carenze e lacune a causa delle cattive scelte operate nelle precedenti sessioni.
Invece stando ai discorsi dei dirigenti viola, par proprio che nel mercato invernale non ci sarà da attendersi molto di più delle famigerate tre grazie, Grazia, Graziella e la terza sorella più bruttina ancora.
Infatti in questi giorni, tra Barone e Pradè si sono rincorsi a mettere le mani avanti, tirando fuori il vecchio e trito discorso che il mercato lo faranno i recuperi dagli infortuni che se non è il refrain anni ’80: ‘il nostro colpo di mercato è tenere Antognoni’ poco ci manca e comunque vuol solo mascherare l’intenzione di non investire oltre le risorse del proprietario.
Intendiamoci, son scelte che stanno in capo ad una proprietà e vanno rispettate anche quando le si critica, tuttavia l’annata così particolare, col mondiale nel mezzo e tante competitrici in difficoltà, sembrava potesse far gola ad un club come la Fiorentina che per tentare di inserirsi nella lotta per le postazioni alte della classifica, non può che sperare nell’occasione creata dalle contingenze, se non lo faranno avranno i loro buoni motivi e li spiegheranno.
Del resto, l’ultimo proprietario della Fiorentina con un po’ di vera ambizione e passione calcistica è stato Vittorio Cecchi Gori, anche se guardando alla sua storia, non si può dire né che sia andata troppo bene né che gli abbia giovato.
Pensa in grande, mi diceva Mario Sconcerti che avrebbe letto questo pezzo come leggeva tutti quelli di Firenzeviola.it.
Saperlo mi dava sempre una sensazione mista tra il timore e l’onore, pensare invece che un grande maestro della nostra professione non c’è più ci fa sentire molto più soli, ne ricordo tante di frasi e consigli di Sconcerti che una decina di anni fa mi dette la grande occasione di lavorare con lui per una stagione radiofonica che fu intensissima e molto formativa per il giornalista e l’uomo che sono oggi.
E io penso in grande anche quando penso alla Fiorentina, certo lo faccio col portafogli di Rocco che è uomo di mondo e non se ne adombrerà, del resto è questo il giochino più divertente e magari persino lui, Commisso, ogni tanto si diverte quando pensa ai suoi affari ad avere le possibilità di un Gates, di un Musk o un Bezos, nella vita si è sempre il più povero di qualcun altro.
Oh Prizio sei sempre melodrammatico, mi diceva anche questo Mario Sconcerti con un’altra delle sue frasi secche e iconiche che conservo nel cuore e in testa quali ammonimento e guida.
E’ vero, non a caso s’avvicina il Natale, eccomi appunto ancora melodrammatico, ma è un modo per fare gli auguri e dire grazie a chi ha la bontà di leggermi ogni settimana.