ANCHE A PARIGI SI PARLA E SI FESTEGGIA IL PRIMO POSTO DELLA FIORENTINA. ECCO DIECI BUONI MOTIVI PER CREDERE NELLO SCUDETTO. WALACE E LISANDRO LOPEZ A GENNAIO. IL CASO SUAREZ. L’ULTIMA PROVOCAZIONE DI SALAH. TUTTI I DIFETTI DEL NAPOLI
Finalmente anche il circo mediatico si è accorto della Fiorentina e della sua beata solitudine in testa al campionato. Ci sono volute sette giornate e ben due passate da capolista per svegliare un mondo conservatore e sonnolento, legato ai soliti carri. E’ la vita, ma proprio per questo certi traguardi danno ancora più soddisfazione. A proposito di carri, vediamo, sentiamo e leggiamo gente affannata a cambiare tiro, scusarsi e prostrarsi per cercare un posto sul carro dei viola. Io butterei tutti giù a calci, come disse Lippi per la Nazionale nel 2006, ma Adv ha il suo carattere e fa quel che vuole. Del resto criticare è assolutamente lecito, ma guarda caso sono sempre i soliti che non ragionano, si affidano al populismo, a posizioni di comodo, avvelenano i pozzi per convenienza e poi regolarmente fanno inversioni per gli stessi interessi e per cercare di riposizionarsi. Metti che Fregoli era un dilettante, ma ormai il gioco è abbastanza scoperto e per alcuni stucchevole. Fateli tacere.
Fate urlare, invece, gente come Giorgio Albertazzi artista geniale che tira fuori la genialata del giorno. Fra i tanti, alcuni non richiesti, che hanno parlato della Fiorentina abbiamo scelto proprio la considerazione del grande attore: "Questa squadra mi ricorda l’Olanda di Cruyff" ha detto Albertazzi. A pensarci bene non ha tutti i torti. Il movimento continuo e il cambio di posizione dei giocatori (soprattutto i centrocampisti) e la mutazione dei moduli a seconda delle fasi della gara, ricordano i primi, grandi interpreti del calcio totale. A questo, in fondo, si ispira Paulo Sousa e l’aveva candidamente ammesso nella conferenza stampa di presentazione senza che nessuno lo capisse fino in fondo. "Per me i moduli non sono statici, voglio un calcio di movimento" aveva detto Paolo il Grande. Era quello il suo Manifesto Viola, la linea programmatica del suo lavoro che nel corso di tre mesi ha portato la Fiorentina a vincere contro Barcellona e Chelsea e a conquistare il primo posto solitario in campionato dopo sedici anni.
Trascuriamo i pareri banali di troppi che sperano di mettersi in mostra, riciclarsi o far pace con Firenze che ormai li ha sgamati come falsi e opportunisti. E sapete bene di chi parlo. Comunque non è il momento di pensare ai tristi individui che popolano il calcio, ma è solo il tempo di godere questo primo posto che intanto durerà di sicuro per altre due settimane e, soprattutto, è meritatissimo. La Fiorentina è davanti a tutti per i suoi meriti, il suo gran calcio e la sua continuità di rendimento.
Dei viola si parla dappertutto, Paulo Sousa è l’allenatore del momento. Anche a Parigi, nella settimana della moda, non poteva mancare l’omaggio alla squadra di Diego e Andrea Della Valle. Ieri pomeriggio quando ADV è arrivato nel quartier generale delle sue griffe, è arrivato spontaneo un applauso, i complimenti di tutti si sono sprecati. Adv era visibilmente commesso, dopo tredici anni di presidenza fa un certo effetto essere per la prima volta soli in testa alla classifica, aver superato Juventus, Milan, Inter, Roma e compagnia, società molto più forti economicamente. Questo significa essere bravi e la cosa rende ancor più orgoglioso Adv che farebbe (e farà) di tutto per tenersi questo primo posto e l’alta classifica.
Come? Intanto stando sempre più vicino a una squadra nata dalla sofferenza di un’estate difficile, ma forse dalla sofferenza vengono le cose migliori. Non è stato facile licenziare Montella, su Sousa c’erano certezze, ma poi le contestazioni fomentate dai soliti noti hanno minato tutte le idee sul futuro. Acqua passata, ma la memoria è lunga.
Eravamo in pochi a credere in questo gruppo, ma Adv è sempre stato certo di aver fatto un grande lavoro. I conti stanno tornando e a gennaio arriveranno altre due pedine, un difensore pronto subito e un centrocampista da far crescere.
Il centrocampista è Walace del Gremio che piace moltissimo a Sousa. La trattativa fra alti e bassi non si è mai interrotta, ma anche se dovesse chiudersi come la Fiorentina vuole, Walace è giovane e passare dal Brasile all’Italia per un centrocampista non è mai facile. Sarà preso anche un difensore giovane, questo pronto subito, e la pista più concreta oggi porta a Lisando Lopez del Benfica. Serve spendere, ma ADV spenderà. Potrebbe arrivare anche Mexes, ma solo se riuscirà ad avere lo svincolo dal Milan.
Nel frattempo cerchiamo di capire perché questo primo posto solitario autorizza a sognare e a parlare di scudetto. Non si tratta di un volo pindarico, della fuga di un gregario che va davanti a tutti al giro d’Italia per salutare la famiglia, o di un casualità. Parliamo di scudetto per la solidità di una società, di una squadra, di un lavoro cominciato tre anni fa, che può dare frutti anche se alcune squadre sono tecnicamente più forti. Proviamo il solito giochino del dieci, per me ci sono almeno dieci buoni motivi per continuare a pensare, a credere e a sperare.
1) I numeri. La Fiorentina è in testa anche alla classifica dell’anno solare. Da gennaio ad oggi è la squadra che ha fatto più punti segno evidente della continuità di rendimento e della solidità di questo gruppo. Ma non basta. I numeri ci dicono anche che sette volte su dieci la squadra in testa alla settima giornata poi vince lo scudetto. Nella loro storia i viola mai avevano vinto sei partite su sei in inizio stagione, la difesa (4 gol) è la meno bucata del campionato, rispetto all’anno scorso sono 9 i punti in più in classifica, ha il miglior possesso palla del campionato.
2) L’allenatore. Paulo Sousa ha portato un vento nuovo all’interno della Fiorentina e nel nostro campionato. Ha studiato la squadra che stava per andare ad allenare, ha preso tutto il meglio del lavoro e della personalità portate da Montella ed ha corretto i difetti. E’ intervenuto sulla fase difensiva bloccando sempre tre difensori (si attacca solo da una parte e mai su entrambi i lati), ha ottenuto una migliore copertura degli spazi. In fase offensiva pretende verticalizzazioni e imbucate centrali soprattutto sul recupero palla dovuto al grande pressing e all’intensità. Soprattutto ha chiesto intensità a una squadra che giocava con troppa accademia. Sousa è un a garanzia anche perché da giocatore e allenatore ha sempre vinto, ha fatto la gavetta e dentro il gruppo ha lavorato per ridare serenità, recuperare gli esclusi o i bocciati (Roncaglia, Ilicic, Vecino, Bernardeschi), ha rimotivato alcuni delusi (Badelj, Borja, Baba e Gonzalo), ha rilanciato giocatori importanti (Kuba, Astorio e Kalinic) ora giocano tutti e tutti sono parte del progetto, si sentono a pieno titolo titolari a tutti gli effetti. Giocano in 22 ed è vero, ha fatto gol pure l’ultimo arrivato Verdù
3) Rendimento. Questa squadra ha dimostrato dall’inizio della stagione ad oggi (precampionato compreso) una regolarità di rendimento per certi versi sorprendente. Ha anche perso due partite (Torino e Basilea), ma per infortuni o situazioni sbagliate, il rendimento e l’assetto della squadra ci sono sempre stati.
4) La qualità. Questo gruppo ha tanta qualità in tutti i reparti, con un bel mix tra giocatori esperti, nazionali, gente che ha già vinto, e giovani da lanciare. In difesa ci sono eccellenze assolute come Gonzalo e Astori. A centrocampo Borja, Vecino, Badelj, Suarez, Kuba e Alonso sono tanta roba. L’attacco mette in campo Kalinic, Ilicic, Bernardeschi, Babacar, tutti giocatori che hanno colpi per vincere le gare da soli. E anche la panchina è lunga e assortita.
5) La fame. Ho visto un gruppo affamato, che non molla mai. Questa è la qualità principale di chi vuole vincere. Il mix fra giocatori esperti sulla trentina che hanno vinto poco o nulla e hanno capito che questa puo’ essere l’ultima occasione e giovani che vogliono affermarsi, è una miscela importante. Tanta benzina nel motore.
6) Il gioco. Qualcuno si è divertito a fare un parallelo fra la Fiorentina in testa nel 1999, allenata dal Trap, quella di Bati etc e quella di oggi. La differenza è sostanziale. Quella squadra si affidava ai singoli, aveva grandi giocatori, ma poco gioco. Quando si è fatto male Batistuta ha perso tutte le certezze. Questa può durare perché ha giocatori meno importanti, ma complessivamente è un gruppo più solido. E, soprattutto, ha un gioco nel quale crede e che tutti sanno giocare. La dimostrazione viene dai cambi. Chiunque ci sia in campo, la Fiorentina ha il solito assetto e la stessa personalità. Quando e se arriveranno i momenti difficili, con il gioco è più facile superarli
7) La rivincita. La storia del calcio è piena di queste storie. La leggenda narra (ma noi c’eravamo e confermiamo) che la nazionale del 1994 diventò rabbiosa fino ad arrivare in finale per un articolo che la definiva una nazionale di gay. Sul tema c’era meno cultura di oggi, sottolineamolo. Nel 2006 la nazionale di Lippi andò a vincere il mondiale per le accuse infondate fatte a tanti giocatori e al Ct per la vicenda Calciopoli. Questa Fiorentina è rimasta ferita per le contestazioni estive all’allenatore, alla società, ma anche per la diffidenza sui nuovi arrivi e sulla campagna acquisti. Tutti vogliono dimostrare e smentire….
8) Campionato scarso. Guardandosi attorno, uno dei motivi per crederci è anche un campionato liberato dalla dittatura della Juventus. Ci sono squadre sulla carta più forti della Fiorentina, ma tutte imperfette o alla ricerca di un gioco, di una intesa, di motivazioni forti. Le difficoltà della Juve (staccata di dieci punti) sono evidenti. L’Inter fatica a trovare la chiave tattica definitiva. La Roma ha rendimento altalenante e soffre la Champions. La Lazio non è quella dell’anno scorso. Il Napoli ha gran gioco e un grande Higuain, ma non ha ancora trovato un rendimento costante. In questa situazione giocarsela è d’obbligo
9) L’organico della Fiorentina è ottimo, ci sono ricambi e diverse soluzioni (anche tre) per ruolo soprattutto in attacco e a centrocampo, di sicuro manca un difensore, ma come detto arriverà a gennaio assieme a un centrocampista.
10) Anche la società Fiorentina dopo più di dieci anni di calcio professionistico ha raggiunto un ottimo livello nella gestione sportiva e nella programmazione. Qualche errore è stato fatto (Salah) ma corretto in fretta. Perso Joaquin in poche ore è arrivato Kuba e nel cambio la Fiorentina ci ha guadagnato. Un segnale di preparazione sul mercato e di efficienza che si sta trasferendo anche alla squadra e a Sousa che si integra con la dirigenza ed ha contribuito alla crescita di tutti. Poi mettiamoci Adv e il suo entusiasmo. Se a gennaio ci sarà bisogno, non prenderà il Ficini di turno, ma ha tanta voglia di vincere qualcosa che può diventare determinante.
Dieci buoni motivi, anzi ottimi. Poi servono la spinta di un’intera città, della tifoseria, la volontà e la positività che in certe situazioni esaltano una squadra e la fanno andare oltre le sue possibilità. Ho seguito il Verona dello scudetto, ma anche la Sampdoria di Mancini e Vialli. Con la serenità, l’entusiasmo e la tecnica hanno fatto fuori il grande Milan , la grande Inter e il Napoli di Maradona. Crederci è fondamentale, tenere i piedi a terra un obbligo.
C’è anche qualche problemino da risolvere e uno si chiama Mario Suarez. L’acquisto più importante e costoso fatica a inserirsi nel centrocampo a due, recupera palla ma non ha la rapidità nel rilancio e nell’inserimento. L’obiettivo e inserirlo a tutti i costi, serve la sua qualità, in queste due settimane di stop, Sousa lavorerà molto anche su questo.
Alla ripresa ci sarà il Napoli, una squadra che sta trovando un grande assetto di gioco, soprattutto nella fase offensiva, con un super Higuain. Ma una squadra che soffre le verticalizzazioni e le ripartenze in velocità. Sulla carta la Fiorentina ha tutto per far male al Napoli, ma Sarri ha davanti tre bocche da fuoco e da gioco. Una partita per capire molto del futuro.
C’è poco da capire, invece, sul procuratore di Salah. L’ultima provocazione è dedicata al primo posto della Fiorentina. Il signore che non nomino, ricorda che quando si sale molto le cadute fanno più male. Forse si riferiva al suo assistito che arrivato al Chelsea è dovuto tornare indietro per manifesta incompatibilità con il grande calcio… Fa male, non c’è dubbio.