ANTOGNONI VERSO L’ADDIO. MERCATO: CACCIA AL DIFENSORE, POTREBBE TORNARE NASTASIC. MUNOZ E JAVI SANCHEZ ALTRE PISTE. BERRETTINI, ORGOGLIO VIOLA
Il caso Antognoni dovrebbe chiudersi tra poche ore, lunedì o martedì al massimo. Non ci sono segnali positivi per il felice esito della questione, ma le sorprese positive sarebbero ben accette. Se vi fossero… Per far cambiare idea ad Antognoni occorrerebbe una proposta diversa da quella formulata dal club viola, cioè allontanamento dalla prima squadra a fronte di un ingresso nel settore giovanile, con parte scouting.
Non mettiamo limiti alla Provvidenza, ma pensare che i vertici della Fiorentina modifichino la loro idea di partenza, pare poco probabile. Per questa ragione avvertiamo un certo pessimismo circa la permanenza del Capitano nella sua Fiorentina. “Oggi mi trovo a dover decidere una cosa importante, non per colpa mia, ma di qualcun altro. Noi saremo sempre insieme a prescindere. Non ho vinto niente con la Fiorentina ma a 67 anni sto vincendo una cosa più importante dei trofei, il vostro affetto”, è un pensiero che non lascia spazio a molte elucubrazioni. Le parole sono state pronunciate giovedì sera da Giancarlo alla cena degli Ultras Viola ’73, gruppo storico della Curva Fiesole. Siamo ai titoli di coda di una vicenda triste ancorché incomprensibile.
Detto che una società e un presidente hanno il diritto di assumere, licenziare o accompagnare con gentilezza alla porta qualsivoglia collaboratore, restano però sul tavolo alcune domande: perché rinunciare ad un patrimonio di esperienza e competenza così grandi? Perché perdere il più importante rappresentante di senso di appartenenza alla causa viola? Perché andare a crearsi un problema quando all’ordine del giorno ce ne sono tanti altri da risolvere? E infine: come si fa a non ricordare quanti campioni arrivarono alla Fiorentina negli anni Novanta, quando Antognoni ricopriva la carica di direttore generale (Cinquini diesse), “battezzati” proprio da Giancarlo?
Questi sono dati che afferiscono alla cronaca e non alla parte sentimentale che quando si parla di Antognoni, per altro, entra sempre in campo. Antognoni, se lascerà la Fiorentina, finirà probabilmente alla corte di Gravina e a guadagnarne sarà la Federazione. Aspettiamo allora le prossime ore, poi stileremo un bilancio definitivo di tutta questa vicenda.
Domani si radunerà la squadra viola e farà la conoscenza di Italiano. Ci saranno i primi giorni di preparazione a Firenze, poi sabato mattina la Fiorentina tornerà per la nona volta in Val di Fassa a Moena. In Trentino soggiornerà fino al 31 luglio. Questo periodo sarà decisivo anche per il mercato: Italiano, infatti, come abbiamo già spiegato nei precedenti appuntamenti, sarà chiamato a verificare la bontà di questa rosa, scegliendo i petali da preservare, potando invece quelli non confacenti allo sviluppo del percorso tattico e tecnico. Il mercato vero e proprio, crediamo, partirà proprio dopo Moena o quantomeno negli ultimi giorni del soggiorno in quota. La società ha le idee chiare, ma la parola di Italiano sarà dirimente.
Un tema è certamente quello della difesa: tutto ruota intorno alla permanenza di Milenkovic e Pezzella. Uno se ne andrà sicuramente, forse addirittura entrambi. Che restino insieme sembra dura anche se tutto è ancora è possibile. I manager viola si guardano attorno, ci sono intanto tre nomi sul taccuino.
Il primo riguarderebbe un ritorno: Nastasic (casse ’93). Il serbo arrivò giovanissimo alla Fiorentina, portato da Corvino, ma restò una sola stagione (2011-12) in viola (con 26 gettoni e 2 gol). Lo cedette Pradè nell’operazione Savic. Da lì 3 anni al City e dal 2015 in Bundesliga allo Shalke 04, con retrocessione nell’aprile scorso in serie B dopo 30 anni. Nastasic può liberarsi facilmente. Valutazione 5 milioni, ma considerando che il serbo ha un ingaggio alto per la B tedesca, il club viola potrebbe prenderlo ad un buon prezzo.
Munoz, colombiano del Genk, è un altro nome ben scritto sul taccuino della Fiorentina. Vale 8 milioni, è del ’96 ed ha ottime referenze, ma i belgi sono una bottega difficile con cui trattare.
Infine Javi Sanchez, spagnolo canterano del Real, ora al Valladolid. Ha 24 anni e una valutazione intorno ai 4 milioni, altro profilo interessante.
Chiudiamo con un fenomeno, Matteo Berrettini.
Il tennista romano sarà il primo italiano in 144 anni (134 edizioni) a giocare la finale del torneo di Wimbledon. Matteo Berrettini riscrive così la storia del tennis azzurro. Il primo a far tornare a sventolare il tricolore in una finale di singolare maschile in uno Slam 45 anni dopo Panatta al Roland Garros del ’76. Il suo tennis è entusiasmante e trascinante. Ci emoziona anche il suo tifo viola. Matteo è nato nella Capitale, da bambino avrebbe potuto scegliere una delle due squadre romane, senza dimenticare che in quella città spopolano anche tifosi di Juve, Inter e Milan, invece ha amato fin da piccolo, grazie alla sua famiglia, la Fiorentina. E Matteo non perde occasione in giro per i campi del mondo per ricordare il suo amore viola. Un po’ come faceva in tv il grande Paolo Beldì che ci ha lasciati pochi giorni fa.
Forza Matteo, speriamo che la squadra viola sappia emulare il tuo spirito vincente. E anche la tua grande classe.